Vietnam: il lato personale del mio viaggio tra meraviglie e difficoltà

Parlare del Vietnam è complicato, e allo stesso tempo inevitabile. Come tutti i viaggi “epici”, le emozioni che ci ha regalato in quindici giorni sono state tante e tutte intense, di quelle che ti restano appiccicate addosso quando torni a casa e continui a ripensarci, spesso anche senza volerlo.

Scriverò quindi di getto le prime cose che mi vengono in mente, nel bene (tanto, tantissimo) e nel male (abbastanza prevedibile), ripensandoci ora che sono tornata.

Le cose che ho amato in Vietnam

1️⃣ Il primo sguardo al Mekong da uno dei millemila ponti.

Già sorvolando Saigon, dal finestrino capisci quanta acqua abbracci questa zona. Il fiume si divide in rami inferiori e superiori, che a loro volta si frammentano in corsi d’acqua larghi quanto il Po, poi in canali più stretti, fino a diventare quelli che da noi chiameremmo fossi — ma che in Vietnam sono pur sempre Mekong.

Lo abbiamo navigato sulle tipiche barchette, passando accanto a muri di mangrovie e palme da cocco d’acqua. Ma il momento che ricordo con più intensità è stato il primo ponte attraversato: sotto di noi si apriva un’immensità liquida, un mare d’acqua marrone che si muoveva lento e potente, punteggiato da isolette verdi e case galleggianti, con le barche che lasciavano scie leggere sulla superficie.

È una sensazione che non dimenticherò facilmente. E quello, quel preciso momento sospeso tra cielo e fiume, resterà per sempre uno dei più intensi del viaggio.

Vietnam Mekong
Vietnam Mekong

2️⃣ L’antica casa di Binh Thuy.

A Can Tho, in un quartiere tranquillo, si trova una dimora splendida che mi ha rapita al primo sguardo. Io, che ho amato il romanzo più famoso di Marguerite Duras, sapevo che qui erano state girate alcune scene de L’Amante, e già questo mi emozionava. Ma non ero preparata alla bellezza reale di questo luogo.

Questa casa è incantevole, con una contaminazione folle e affascinante tra architettura coloniale francese, arredi vietnamiti e decorazioni cinesi. Ero così stordita da tanta bellezza che non sapevo dove posare lo sguardo.

Un portone in legno intagliato introduce in un cortile ordinato; subito saltano all’occhio le influenze francesi nella facciata, con le colonne bianche e le decorazioni dorate. All’interno, mobili in legno scuro finemente lavorati, lanterne di seta, simboli cinesi, porcellane vietnamite: un mix che racconta storie di commerci, influenze, ricchezze e famiglie antiche.

Quella mattina stavo poco bene. Un malessere che mi rendeva insieme irrequieta e spossata. Eppure lì dentro, passeggiando tra le stanze, aprendo finestre da cui entrava una luce calda, sentendo il silenzio rotto solo dai miei passi — nonostante non fossi l’unica persona presente — ho trovato pace.

Vietnam Antica casa
Vietnam Antica casa

3️⃣ La Cittadella di Hue.

Arrivare a Huế significa entrare in una delle anime più antiche del Vietnam. La Cittadella è il suo cuore pulsante: varcare le mura rosse, attraversare ponticelli sui fossati, camminare tra templi, padiglioni e giardini… tutto parla di imperatori, regine, dignitari di corte e soldati che hanno vissuto lì.

Ogni dettaglio — dalle tegole colorate con draghi ai bassorilievi scolpiti, dalle sale sontuose agli spazi più austeri, dai giardini assolati ai camminamenti coperti — mi ha fatta sentire in un’altra epoca. Non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuta così tanto: pensavo fosse “una delle tante tappe”, e invece mi sono persa ad ascoltare le storie della nostra guida, a guardare ogni decorazione, a chiedere cosa ci fosse dietro ogni portone, a leggere targhe con nomi di re e regine che non avevo mai sentito nominare (e che tutt’ora non saprei ripetere, tra l’altro).

Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale

Qui ho lasciato un pezzo di cuore. Mi aspettavo che mi sarebbe piaciuta, ma non ero pronta a quanto. Siamo rimasti tre ore, ma io ci sarei stata anche il doppio. E se dovessi scegliere tra rifare la Cittadella o la crociera nella baia di Halong (una degli highlight di ogni viaggio in Vietnam che si rispetti), sceglierei senza dubbio la prima.

Le questioni di feeling non valgono solo per le persone. Anche i luoghi, a volte, ti scelgono loro.

Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale
Vietnam Hue Cittadella Imperiale

4️⃣ La campagna di Pu Luong.

Pu Luong non è famosa come Sapa o Ninh Binh — e forse è proprio questo il suo fascino più grande. Qui abbiamo camminato tra le risaie a terrazza, con i piedi che scivolavano sulla terra rossa e gli occhi che si perdevano nelle sfumature di verde delle colline. Abbiamo incontrato donne che raccoglievano erbe nei campi, bambini che tornavano da scuola ridendo, cani assonnati che sonnecchiavano all’ombra delle palafitte in legno.

La guesthouse dove abbiamo dormito era splendida e accogliente, con la sera che calava tra le colline come la nebbia sulla risaia dietro la parete di vetro della nostra stanza. Abbiamo assaggiato distillati locali preparati con ricette segrete, giocato a carte dopo cena, osservato la distesa verde davanti a noi riempirsi di migliaia di lucciole. Pu Luong è stata una carezza in un viaggio intenso, un luogo che mi ha insegnato che la bellezza più grande, a volte, è fatta di cose piccole e lente.

Tutto è calmo qui, tutto è pacifico. È entrata di diritto tra i posti che ho amato di più al mondo.

Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam

5️⃣ La scalata alla Mua Cave.

Più dei panorami dall’alto, quello che mi porto a casa è l’aver superato (quasi) brillantemente i 500 gradini che portano in cima. Ginocchia che imploravano pietà, sudore che colava da punti improbabili, fiato corto, glutei in fiamme — ero così provata che un bambino mi ha fatto aria con un ventaglio.

Durante la salita ci siamo fermati ad ogni piccola rientranza per respirare e guardare il panorama, che diventava via via più ampio: le risaie si aprivano come un mosaico verde, i picchi carsici emergevano come isole dalla pianura, i fiumi serpeggiavano sotto di noi.

Ma non è stato facile: il sentiero è ripido, le scale in pietra sono scivolose — specie se ha piovuto — e c’è un mucchio di gente. A tratti sembrava di stare in metro nelle ore di punta, solo che invece di una borsa avevo uno zaino e al posto del pavimento c’erano rocce aguzze.

Eppure, è stato bellissimo. Quando siamo arrivati in cima, ho capito perché questa fatica è tanto celebrata: la vista ti toglie il fiato — e non solo per la salita. Il vento che ti asciuga il viso, le bandiere di preghiera che sventolano tra le rocce, le scalette che proseguono fino alla statua del drago, il piccolo tempietto sulla sommità dedicato alla Buddha femminile… È un piccolo momento di conquista personale, di resistenza e bellezza, che ti fa sentire parte del paesaggio — non solo spettatore.

Vietnam Mua Cave
Vietnam Mua Cave

6️⃣ Il giro in barca a Tam Coc.

Tam Coc viene spesso chiamata la “Halong Bay terrestre”, ma in realtà ha un’anima tutta sua. Salire su quelle piccole barche a remi, spesso condotte da donne che remano con i piedi (!) con una naturalezza disarmante, è stata un’esperienza ipnotica. Si scivola sull’acqua tra le risaie, attraversando tre grotte che si aprono come portali nel buio e ti restituiscono al sole tra formazioni carsiche maestose. Intorno a noi, il silenzio era rotto solo dal rumore dei remi nell’acqua e dal canto degli uccelli, con la luce che filtrava tra le rocce creando giochi di riflessi che non smettevano di stupirmi. Mi è sembrato un momento fuori dal tempo, dove il Vietnam ti culla dolcemente mostrandoti la sua anima rurale. Sei in mezzo alla gente, eppure senti di essere tu da solo con la natura che ti circonda. Pazzesco!

Vietnam Nihn Binh barca
Vietnam Nihn Binh barca
Vietnam Nihn Binh barca

7️⃣ L’architettura di Hanoi.

Hanoi è un caos vivo e vibrante, ma se ti fermi a guardare, tra un motorino e l’altro, ti regala scorci architettonici straordinari. I palazzi coloniali francesi si alternano a templi buddisti minuscoli nascosti nei vicoli, case strette e alte che si arrampicano verso il cielo con i loro balconi pieni di piante, caffetterie minuscole incastonate in spazi improbabili, dove sorseggiare un thè o un caffè mentre osservi la vita che scorre a velocità folle. Ogni quartiere ha una personalità: dal Quartiere Vecchio, con le sue stradine dedicate a una singola merce (la via delle scarpe, la via dei fiori, la via delle stoffe,…la via dei cassamortari!), al Lago Hoan Kiem con le sue passeggiate tranquille e le tartarughe leggendarie, fino alle architetture moderniste dei quartieri più nuovi che convivono con le pagode antiche. Hanoi è stancante, sì, ma è anche una città che ti affascina per la sua bellezza disordinata.

 

Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi

8️⃣ I cimiteri.

Io amo visitare i cimiteri durante i viaggi, ma in Vietnam questa passione ha assunto un sapore nuovo. Qui i cimiteri sono spesso piccole aree recintate, con tombe colorate, draghi, simboli buddisti e statuette che proteggono i defunti. Ma ciò che mi ha colpita di più sono le tombe isolate tra le risaie: qui era consuetudine seppellire i propri cari tra i campi di famiglia, e ancora oggi, viaggiando in bus o a piedi tra la campagna, si vedono piccole costruzioni in muratura che spuntano tra il verde intenso del riso. Mi ha emozionata pensare a queste persone che riposano tra le terre che hanno coltivato per una vita intera, accanto alle proprie radici, sotto il sole e la pioggia del loro paese. È un’immagine poetica e struggente che porta con sé un’idea diversa di morte: non come distacco, ma come un rimanere, per sempre, in mezzo alla propria terra.

Vietnam cimiteri
Vietnam cimiteri
Vietnam cimiteri
Vietnam cimiteri
Vietnam cimiteri
Vietnam cimiteri

9️⃣ I pavimenti

In Vietnam c’è un tripudio di pavimenti bellissimi e io sono una fanatica. Sono impazzita per le millemila piastrelline colorate calpestate durante il viaggio. Di seguito, ho messo una selezione di foto, ma ne ho collezionate molte, molte di più. Le mie prefe sono quelle verdine con il fiore color tangerine. Adorabili!

Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti
Vietnam pavimenti

 

🔟 Il popolo vietnamita.

Non esiste bellezza paesaggistica che possa competere con quella delle persone, e in Vietnam l’ho capito ancora di più. Ovunque siamo andati, abbiamo incontrato sorrisi sinceri, occhi curiosi, mani pronte ad aiutare. Dai venditori ambulanti che ci salutavano passando in motorino, ai proprietari delle guesthouse che ci hanno accolto con un tè caldo e una risata, alle donne che ci hanno cucinato piatti deliziosi insegnandoci a pronunciare i loro nomi. Ho visto dignità e forza, gentilezza e ospitalità, un rispetto verso gli altri che mi ha colpita profondamente. E poi, la loro capacità di affrontare le difficoltà con un sorriso, di adattarsi e di trovare una soluzione a ogni problema, è qualcosa che porterò con me come lezione di vita. Il Vietnam è stato bellissimo, ma soprattutto per le persone che ci hanno aperto le porte del loro paese, anche solo per un secondo, con un saluto e un sorriso.

Vietnam popolo vietnamita
Vietnam popolo vietnamita
Vietnam popolo vietnamita
Vietnam popolo vietnamita
Vietnam popolo vietnamita
Vietnam popolo vietnamita

Le cose più faticose del viaggio

1️⃣ Mangiare, mangiare, mangiare.

In Vietnam si mangia ovunque, a tutte le ore. Marciapiedi occupati da micro-sgabellini e tavolini bassi, pentoloni fumanti, griglie con carne arrostita, vapori che si mescolano a odori pungenti di erbe e spezie. È impossibile camminare senza imbattersi in qualcuno che mangia o che cucina. E per quanto io abbia adorato la cucina vietnamita, a un certo punto i profumi (e a volte la puzza, diciamocelo!) diventano impegnativi: dal durian che impesta le strade del sud, al jackfruit onnipresente, agli odori intensi di brodi e interiora bollite che ti accompagnano per ore. Ci vuole stomaco, letteralmente, per reggere.

 

2️⃣ La questione carne di cane.

Il Vietnam è il secondo paese al mondo per consumo di carne di cane, e sebbene non sia più così diffuso come un tempo, resta parte della cultura gastronomica, specialmente al nord. Non ci è mai capitato di trovarlo nei menù, ma purtroppo Federico, con il suo occhio curioso, ha visto un cane intero sullo spiedo in un quartiere popolare di Hanoi. Un cagnetto con la codina e tutto il resto. Una scena difficile da dimenticare. La nostra guida ci ha raccontato che, soprattutto nelle aree rurali, capita che i cani vengano rubati per finire nel mercato nero e che per molti adulti il consumo di carne di cane sia ancora normale, specie in occasioni speciali come matrimoni o feste importanti. Io, fortunatamente, questa scena me la sono risparmiata, ma sentire quell’odore nell’aria e sapere di cosa si trattava non è stato facile.

 

3️⃣ Il caldo.

Sì, lo so, è il sud-est asiatico. Ma ragazzi, che caldo. Un’umidità che ti accompagna dall’alba al tramonto, sudore che cola in ogni interstizio, magliette appiccicate alla schiena e capelli sempre umidi. La media era di quattro docce al giorno, bottigliette d’acqua con integratori di sali minerali a ripetizione, e litri di Fuze Tea al lemongrass (santo subito!). Eppure, il caldo è stato sorprendentemente gestibile durante visite e spostamenti, perché il Vietnam sa distrarti con la sua bellezza. Le uniche eccezioni sono state Saigon e Hanoi: lì, il mix di smog, cemento bollente, traffico e odori forti rendeva l’aria quasi solida. Ma alla fine non ho avuto colpi di calore, né sfoghi da eritema da sudore, né febbroni da sbalzi di temperatura tra aria condizionata e calura esterna. Quindi sì, è stato faticoso, ma superabile. E vi dirò: alla fine, anche questo fa parte del Vietnam.

 

Vietnam caldo
Vietnam caldo
Vietnam caldo

Il Vietnam mi ha dato tanto: mi ha sorpresa, mi ha stancata, mi ha nutrita, mi ha confusa, mi ha commossa. Mi ha insegnato che un Paese può essere bello e difficile allo stesso tempo, e che un viaggio può lasciarti addosso un misto di gratitudine, nostalgia e voglia di ripartire.

E ora che sono tornata, quando chiudo gli occhi e ripenso a quei giorni, sento ancora l’odore dell’umidità, rivedo le risaie verdi, risento il rombo dei motorini e i sorrisi delle persone che ci hanno accolti.

Il Vietnam, in qualche modo, mi manca già.

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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