Vietnam del Nord: il nostro itinerario, le tappe imperdibili e la perla del viaggio

Se avete letto il primo articolo dedicato al sud e al centro del Vietnam, sapete già che abbiamo costruito il nostro itinerario con cura, cercando di evitare tappe spezzettate e andirivieni inutili. Dopo Saigon, il Delta del Mekong, Huế e Hoi An, il viaggio è proseguito verso nord — ma anche qui, abbiamo scelto una strada un po’ diversa da quella più battuta.

Niente Sa Pa, niente ritorni multipli a Hanoi: solo natura, silenzi, risaie, grotte, e infine la città. In questo secondo capitolo vi porto con me tra le colline di Pu Luong, i paesaggi incredibili di Ninh Binh, la quiete di Lan Ha Bay e l’energia contagiosa di Hanoi. Un Vietnam un poco più intimo, meno turistico del solito, e forse proprio per questo ancora più sorprendente.

🏞️ NORD

Dopo i giorni lenti e assolati (e un po’ magici) a Hoi An, era il momento di volare al nord. Siamo atterrati a Hanoi ma — ed è qui che il nostro itinerario prende una piega diversa da quella “classica” — non ci siamo fermati.

Di solito si arriva a Hanoi, ci si resta una o due notti, poi si parte per Halong, magari Ninh Binh, poi si torna a Hanoi per ripartire… e via così, in un giro dell’oca che prevede continui scendi, vai, torna, risali, cambia hotel, smonta la valigia, rimonta la valigia, ecc.
Ecco, no grazie!

Scelta mia: aborro gli itinerari con tappe spezzettate in cui si ritorna in una città già vista solo per comodità logistica. Mi infastidiscono a livello fisico. Se non è strettamente necessario, niente andirivieni. E in questo caso non lo era: Hanoi sarebbe arrivata più avanti, tutta intera, in un unico blocco.

Quindi, per evitare soste inutili, ci siamo alzati all’alba di un giorno che non aveva ancora deciso se essere notte o mattina, abbiamo lasciato Hoi An e preso un volo da Da Nang alle 7:00. Un’ora e mezza dopo, eravamo a Hanoi. Ma solo di passaggio: destinazione finale Pu Luong.

Qualcuno potrebbe chiedersi: “Ma come, niente Sa Pa?”. No. Niente Sa Pa. E non me ne pento nemmeno per un secondo.

Per chi non lo sapesse: Sa Pa si trova nell’estremo nord del Vietnam, quasi al confine con la Cina, ed è celebre per le sue risaie terrazzate e i villaggi delle minoranze etniche. Ma:

  1. arrivarci è un’impresa: treni notturni, bus, ore di viaggio per restare un giorno o due. Troppo poco per giustificare la fatica;
  2. le risaie non sono sempre spettacolari: un solo raccolto all’anno, clima spesso nebbioso o piovoso. Il rischio di trovarle marroni, secche o fangose è alto.

Invece ho scelto Pu Luong. Un posto che pochi mettono in itinerario, ma che dovrebbe essere in cima alla lista di chiunque ami la natura, l’autenticità e i paesaggi che ti lasciano lì, in silenzio, a bocca aperta.

Pu Luong non è montagna: è campagna. Colline morbide, risaie che sembrano onde verdi, villaggi tradizionali, motorini carichi di ogni cosa e persone che ti guardano con la curiosità gentile di chi non è ancora abituato ai turisti internazionali. A ripensarci mi emoziono ancora.

Qui vive la minoranza etnica Thai, che abita in case interamente in legno, costruite su palafitte: sotto si mangia, si chiacchiera, si gioca con i bambini; sopra si dorme. Una vita semplice, profondamente legata alla terra e al tempo che scorre piano.

Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam

A differenza di Sa Pa, le risaie a Pu Luong danno due raccolti all’anno. Questo vuol dire che è facile trovarle allagate, verdissime o dorate, pronte per il raccolto. Sono spettacolari quasi in ogni stagione.

Abbiamo dormito in un posto che ho amato in modo viscerale: il Luna Resort. Una struttura piccola, a conduzione familiare, curata ma senza l’ansia da perfezione da catalogo.
Gestita da una donna Thai bellissima e sorridente, con tutta la sua famiglia al seguito: la madre anziana che cucina, il marito che si occupa della manutenzione, il figlio adolescente che serve ai tavoli, un cane, qualche micio… — uno, in particolare, ci ha fatto compagnia ogni sera sul terrazzo.

Non abbiamo nemmeno usato la piscina (e c’era!), perché il nostro balcone dava direttamente sulle risaie. Ci siamo messi lì, a leggere, guardare la nebbia avanzare all’ora del tramonto e coccolare il gatto. Uno dei luoghi più belli in cui io sia mai stata. Giuro!

La cena si ordina al check-in: piatti semplici, fatti in casa con amore, da condividere con gli altri ospiti nella grande sala comune. Dopo cena? Si gioca a carte. Ognuno al suo tavolo, magari in silenzio, ma con quell’aria da casa di amici che non hai mai incontrato prima ma che ti somigliano lo stesso.

Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam
Pu Luong Vietnam

 

Pu Luong ti si incolla addosso in silenzio, senza fanfare, senza selfie panoramici. Solo bellezza, gentilezza e pace.
E forse è proprio questa la sua magia: qui il tempo non corre, scivola piano.

Dopo la notte a Pu Luong e una splendida giornata passata tra i villaggi Thai, ci siamo rimessi in marcia verso una delle tappe che attendevo con più curiosità: Ninh Binh.
La chiamano la Halong Bay terrestre – e sì, un po’ di poesia turistica c’è – ma la zona ha davvero qualcosa di speciale.

Abbiamo dormito due notti a Tam Coc, e qui devo fare una piccola nota dolente: il nostro alloggio qui è stato l’unico, in tutto il viaggio, che non mi sentirei di consigliare. Davvero deludente.

La prima giornata completa è stata… epica.
Siamo partiti la mattina per visitare la Pagoda Nuova (costruita nel 2005, ma maestosa e spettacolare). Era anche festa religiosa nazionale: fedeli ovunque, incensi accesi, canti, monaci, e un’atmosfera carica di spiritualità… e di gente. Tanta gente. Tipo il Santuario di Caravaggio alla domenica pomeriggio. Uguale.

Vietnam Pagoda Nuova Tam Coc
Vietnam Pagoda Nuova Tam Coc
Vietnam Pagoda Nuova Tam Coc
Vietnam Pagoda Nuova Tam Coc
Vietnam Pagoda Nuova Tam Coc
Vietnam Pagoda Nuova Tam Coc

Grazie alla nostra guida abbiamo fatto una full immersion nel buddismo vietnamita, molto vicino a quello cinese, con tutte le sue sfumature simboliche. Anche per chi non è religioso, è stato affascinante.

Poi siamo saliti alla Mua Cave: 500 gradini in pietra, ripidi e scivolosi, senza un filo d’ombra.
Pensavo: “Ciao, io muoio qui!”. E invece ce l’ho fatta. E ne è valsa la pena.
La vista da lassù è una delle più belle del viaggio: risaie a perdita d’occhio, picchi carsici, fiumi che serpeggiano nella valle… una meraviglia.

📌 Portate acqua, cappello, scarpe con buon grip. Evitate la salita se ha piovuto: la pietra bagnata è una trappola.
📌 Quando il sentiero si biforca, salite dal lato dell’altare con la statua del Buddha femminile (Guanyin): è il punto panoramico migliore.

Vietnam Mua Cave
Vietnam Mua Cave

Ai piedi della Mua Cave c’è anche una coltivazione di fiori di loto. Quando siamo andati noi erano ancora pochi in fiore, ma anche così il posto era incantevole.

Vietnam Fiori di loto Mua Cave
Vietnam Fiori di loto Mua Cave
Vietnam Fiori di loto Mua Cave

Nel pomeriggio, altri 200 gradini per raggiungere la Pagoda Vecchia, con il tempio dedicato al Buddha del Futuro. C’è anche una grotta che si deve attraversare per forza abitata da tantissimi pipistrelli. Io li trovo adorabili ma sappiate che, nel caso vi facessero paura, non avete nulla da temere perchè negli orari di apertura ai visitatori loro dormono. In ogni caso, vi consiglio la visita di questo piccolo complesso di templi perchè è bellissimo e suggestivo e, anche da qui, la vista è top!

Vietnam Pagoda Vecchia
Vietnam Pagoda Vecchia
Vietnam Pagoda Vecchia
Vietnam Pagoda Vecchia

Ultima esperienza a Tam Coc: una gita in barca sul fiume. Le barchette sono piccole, di legno, e i rematori remano con i piedi e lo fanno con una grazia e una precisione incredibili.

Abbiamo percorso circa 6 km tra andata e ritorno. Il paesaggio è da favola: picchi rocciosi, grotte, risaie, uccelli che volano bassi… un quadro vivente.

📌 Andate la mattina presto o un’ora e mezza prima del tramonto. La luce è magica e c’è meno gente.
📌 A metà tragitto, il nostro rematore ci ha proposto di scendere per visitare un piccolo tempio buddista. Se ve lo offrono, accettate: è un momento di quiete prezioso, perfetto per sgranchirsi le gambe e immergersi ancora di più nell’atmosfera sospesa di questo angolo di Vietnam. Il tempio è semplice, silenzioso, circondato da alberi e statue consumate dal tempo. Non c’è nulla di spettacolare, eppure tutto è perfetto così com’è.

Vietnam Nihn Binh barca
Vietnam Nihn Binh barca
Vietnam Nihn Binh barca
Vietnam Nihn Binh barca

Siamo risaliti in barca con il sole che cominciava a scendere dietro le montagne, l’acqua che rifletteva l’arancio del cielo e il suono ritmico dei remi mossi dai piedi. Uno di quei momenti che non si fotografano davvero, ma che restano impressi nella memoria con una nitidezza che nessuna immagine può restituire.

Dopo le due notti a Tam Coc e la meravigliosa quanto stremante giornata alla scoperta della zona di Ninh Binh, ci siamo messi in viaggio verso la baia di Halong, dove ci attendeva la crociera di una notte. Anche in questo caso, però, abbiamo scelto una strada un po’ alternativa: niente Halong Bay vera e propria, bensì la sua “sorella minore” Lan Ha Bay.

Perché? Per due motivi: ci sono molte meno navi (e quindi meno turisti) e, grazie a un curioso gioco di correnti, l’acqua è visibilmente più pulita. Il momento in cui si passa da una baia all’altra è evidente anche a occhio nudo: basta guardare l’acqua e la quantità di rifiuti plastici che galleggiano in superficie. È come se, al posto di un cartello con scritto “Benvenuti a Lan Ha Bay”, ci fosse una linea immaginaria tracciata direttamente dai rifiuti. Triste ma vero.

Vietnam Halong Bay
Vietnam Halong Bay
Vietnam Halong Bay
Vietnam Halong Bay

Cosa abbiamo capito da questa esperienza in barca?

  1. Le crociere non fanno per noi.
  2. Il kayak è divertentissimo (e anche rilassante).
  3. Per molti viaggiatori la crociera nella baia è considerata la tappa imperdibile del Vietnam, il momento clou, il sogno realizzato. Per noi, invece, è stata una bella esperienza sì, ma non memorabile. Carina, diversa, ma niente che ci abbia emozionato profondamente. Questione di gusti, probabilmente.

Noi abbiamo preso una nave della Peony Cruises e ci siamo trovati bene ma credo che il servizio si equivalga un po’ tra le diverse compagnie di navigazione. A bordo vengono proposte varie attività: tour in kayak, brevi trekking su isolotti, dimostrazioni di cucina vietnamita, pesca notturna… Noi abbiamo scelto solo il giro in kayak e un bel bagno in mare. Il kayak, per inciso, è stato davvero il momento più bello: silenzio, acqua piatta, faraglioni intorno, qualche uccello marino in volo. Un piccolo sogno tranquillo.

Vietnam Halong Bay
Vietnam Halong Bay
Vietnam Halong Bay

Abbiamo dormito in cabina, cullati dal lieve movimento dell’acqua, e il giorno dopo — dopo l’ennesimo pasto abbondante (è proprio vero che in crociera si mangia sempre!) — siamo sbarcati sulla terraferma. Da lì, via verso l’ultima tappa del nostro viaggio: Hanoi.

A Hanoi abbiamo alloggiato al Tirant Hotel, una delle strutture più storiche e centrali della città vecchia. Avevo letto su una guida che il personale dell’hotel si ricorda il tuo nome e ti saluta ogni volta usandolo. Pensavo fosse una trovata di marketing… e invece no, è proprio così! Mi sono gasata tantissimo ogni volta che mi sentivo chiamare per nome.

Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi

Durante il soggiorno abbiamo visitato il lago Hoan Kiem, con il suggestivo Tempio di Ngoc Son, collegato alla riva da un elegante ponte rosso in legno chiamato The Huc. Abbiamo poi passeggiato nel quartiere francese, con i suoi viali larghi e gli edifici coloniali, e nel quartiere vecchio, dove si trova anche il nostro hotel: un groviglio di stradine animate, motorini impazziti e bancarelle a ogni angolo.

Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi

Un altro luogo che abbiamo visitato è stato il Tempio della Letteratura (Van Mieu), un complesso del XI secolo dedicato a Confucio e ai letterati, che ospitava la prima università del Vietnam. È un posto di grande bellezza e pace, con cortili alberati, laghetti e antiche stele di pietra che riportano i nomi degli studenti più meritevoli. Per arrivarci, abbiamo camminato attraverso zone centrali ma poco turistiche, osservando la vita quotidiana della città lontano dai circuiti più battuti. Tutto molto bello, finché non abbiamo incrociato un cane arrosto. Sì, purtroppo. Il Vietnam è il secondo Paese al mondo per consumo di carne di cane, e questo avviene soprattutto nel nord. È stato terribile. Mi ha fatto davvero mettere in dubbio la bellezza dell’intero viaggio.

Vietnam Hanoi
Vietnam Hanoi

La sera ci siamo diretti verso una delle attrazioni più famose di Hanoi: Train Street, ovvero quella strada strettissima dove il treno passa a pochi centimetri dai tavolini dei caffè. Il nome ufficiale è Trần Phú Street, anche se la zona turistica più popolare è il tratto tra i vicoli di Điện Biên Phủ e Phùng Hưng. Il treno ha orari prestabiliti, ma può capitare qualche variazione, quindi conviene arrivare con anticipo e armarsi di pazienza. Noi abbiamo visto passare tutti e tre i treni serali, e ammetto che è stato insieme divertente e un po’ inquietante: lo spazio tra i binari e le gambe delle persone sedute ai tavolini è ridicolo. Però, con tutte le accortezze del caso, è un’esperienza che vale la pena fare.

Vietnam Hanoi Treno
Vietnam Hanoi Treno
Vietnam Hanoi Treno

E poi è arrivata l’ultima mattina. Sveglia all’alba, volo delle 8, scalo a Doha, e in serata di nuovo a casa, con la testa e il cuore ancora persi tra lanterne, risaie, street food e faraglioni.

🙋‍♀️ Sì, ma quindi?

Quindi sì: il Vietnam del nord ci ha lasciato addosso qualcosa di profondo. Non è stato il viaggio più comodo, né il più facile da raccontare. Ma è stato uno di quelli che ti restano dentro, che ti cambiano lo sguardo. Un intreccio di risaie, silenzi, caos urbano, spiritualità, contraddizioni e bellezza. Di quelle che non si spiegano, si vivono.

Ho scritto un terzo post, sul Vietnam, dove ho raccolto ciò che mi ha incantato e ciò che mi ha lasciato perplessa. Senza troppi spoiler: il cuore pende senza esitazioni verso le esperienze che porterò con me per sempre, tra le più intense e straordinariamente belle che abbia mai vissuto.

Se state pensando di partire e avete bisogno di un consiglio, un confronto, o semplicemente di qualcuno con cui parlare del viaggio per costruire il vostro, scrivetemi. Mi farà piacere condividere tutto quello che ho imparato — e, perché no, sognare insieme la vostra rotta.

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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