Quel Ponte (…di Brooklyn…) verso il cuore

Sono arrivata nella Grande Mela dopo due settimane a zonzo per il New England e aspettandomi tanto caldo ed una grande delusione.

Siamo arrivati in centro in automobile.

Trovare l’autonoleggio dove lasciare la vettura è stato davvero arduo. Eravamo accaldati, demotivati ed esausti.

Siamo passati dai paesaggi bucolici del nord est del Paese alla più famosa metropoli del mondo e il salto è stato troppo faticoso.

La città è davvero impegnativa.

Ricordo che la prima impressione è stata dominata dal caldo, dal caos, dalla puzza, dalla frenesia.

La gente semplice e premurosa che abbiamo incontrato nella prima parte del viaggio ha lasciato il posto ai colletti bianchi di corsa sui marciapiedi, ai venditori di hot dog fuori dagli edifici e ai senza tetto sulle panchine ai lati della strada.

È stato uno shock. Venivamo dalla patria dell’ordine per piombare in quella del disordine.

Lasciata l’auto, il primo tassista fermato ci ha rimbalzato perchè il nostro hotel in Chelsea era troppo lontano dal punto in cui ci trovavamo; il secondo ci ha caricati per pietà.

Eravamo così spossati e così nostalgici per quel pezzetto di America che ci ha accolti e coccolati per due settimane che avevamo il magone.

No, New York non poteva piacerci!

Non dopo Boston; non dopo l’Acadia National Park; non dopo Newport; non dopo il Vermont; non dopo Portland; non dopo tutti quei fari e quei ponti coperti… No, non era possibile.

Eppure il primo luogo che siamo andati a visitare dopo aver lasciato i bagagli ha compiuto un miracolo.

Volevamo “liberarci” della doverosa visita al Ponte di Brooklyn, che sarebbe stato il posto più “esterno” di tutto l’itinerario in programma e quindi ci siamo diretti lì senza nessuna voglia di vederlo realmente.
Ci siamo arrivati davanti. Abbiamo iniziato a camminare. Il tramonto era vicino, la luce un po’ radente, il clima perfetto. Le persone che, come noi, lo stavano percorrendo erano il soggetto ideale per gli scatti che piacciono tanto a me: alieni nell’Area 51, abitanti di un altro pianeta da studiare.

Ci aspettavamo un caldo esagerato e invece c’era una piacevole brezza. Siamo arrivati a metà e ci siamo voltati e Manhattan era lì. Sembrava ci stesse dicendo che non avevamo capito nulla e che lei era bella, bellissima… così immensa e viva che per cogliere a pieno il suo splendore avremmo dovuto fare un passo indietro e guardarla da lontano.
È stato incredibile. Un colpo al cuore. Ho dimenticato il New England, ho dimenticato l’Europa e le sue città che tanto mi sono care, ho dimenticato perchè non avevo ancora preso in considerazione l’idea di visitarla, continuando a rimandare il momento.

C’era solo lei e mi sarebbe bastata per così tanto tempo che ora l’unica cosa che voglio è tornarci presto.

Dio, che favola è New York.

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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  1. Fai foto meravigliose e hai un modo di raccontare i luoghi e la gente…io che sono arrivata a New York arrivando dal caldo torrido della Florida l’ho invece amata da subito! Però mi è rimasta la golosità di fare un viaggio nel New England, un pezzo di America che sono sicura potrei amare tantissimo 🙂

  2. New York… *__* Tra lei e Boston … sono le due città che mi affascinano di più. Oddio… ridurre a due la marea di città statunitensi è coraggioso, ma se dovessi scegliere, sceglierei loro.

  3. quanto è bello questo racconto, mi è piaciuto davvero tanto leggerlo.
    E le tue foto mi piacciono davvero da morire, invidio un po’ il tuo meraviglioso occhio 😉
    New York…. prima o poi ci arriverò anche io laggiù <3

    1. Guarda, New York non scappa…
      Anzi… è così vanitosa e immensa che può accogliere chiunque.
      Grazie mille per i complimenti!
      Vedessi le foto del Marocco, non invidieresti più il mio occhio! 😉

  4. Wow che foto fantastiche, complimenti!
    Sono felice che tu abbia cambiato idea e che tu ti sia innamorata di New York, del resto come non avresti potuto?! Io l’adoro è una delle città che amo di più tra quelle che ho avuto il piacere di visitare.

    1. Mea culpa! Mi pento solennemente per il pregiudizio iniziale. A mia discolpa, però, posso dire che è perchè arrivavo dal una sorta di paradiso incantato.
      Solo per questo.
      Giurin, giuretta!

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