Iglesias alla finestra

Stavo passeggiando lungo le mura del Marsamxett Harbour di Valletta. In pratica la zona della capitale più esposta al Mediterraneo. Niente di speciale se non il fascino decadente tipico dell’architettura portuale: un po’ sporco, un po’ fatiscente, un po’ abbandonato.

Improvvisamente sento una musica a tutto volume venire da una palazzina malridotta.
Ascolto bene: è Julio Iglesias… non so che canzone, non l’ho mai ascoltato veramente… ma nonostante questo, Julio lo riconosco sempre.

Mi giro, cerco di capire da che appartamento provenga. Poi spunta un uomo alla finestra… esce sul balcone e inizia a cantare e mimare le classiche movenze dell’artista argentino. Non le ho mai guardate con attenzione, ma riconosco anche queste! So che sono tipiche di Julio!

Voglio fotografarlo quell’uomo. Per ricordarmelo, principalmente, perché nessun fotogramma potrà mai descrivere quel momento, quella musica, quella sorpresa, né quella canzone, così inaspettata, di un artista ‘patinato’ lontano anni luce da Valletta e così poco appropriato a quell’edificio affacciato sul porto commerciale e al suo abitante, mosso probabilmente dall’alcool, dalla follia o dalla più liberatoria felicità.

Insomma… mi giro, cerco un pretesto per scattare senza farmi sparare (sì perché non sembrava proprio normalissimo il nostro artista di palazzina!!!). Vedo in lontananza un carretto turistico che si avvicina pian piano. Mi prendo tutto il tempo per l’inquadratura simulata. Faccio un paio di fotografie agitandomi tantissimo, indicando il carretto e stortandomi gli occhi per catturare anche il personaggio del balcone, senza però guardarlo direttamente e fargli capire che il principale soggetto del ritratto doveva essere lui.

E lui mi fa il più bel regalo della vacanza: mi vede, intuisce le mie intenzioni e mi chiama! Lo fa guardando palesemente nella mia direzione, alzando la voce e aumentando le movenze.

Io capisco che vuole essere fotograto e via! Dimentico il carretto e gli annoiati turisti che trasportava, sposto l’obiettivo e lui, come Julio che saluta i suoi fan al termine di un’esibizione, spalanca le braccia e sorride alla mia camera!

Un attimo indescrivibile, unico, irripetibile… Forse una delle fotografie più belle agli occhi della mia memoria!

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Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

No Comments

  1. “… la valigia sul letto è quella di un lungo viaggio…”
    poi … Aspetta c’è anche…
    “pensameeee…” O no?
    Basta queste sono le uniche due canzoni di Julio che conosco.
    E’ bellissimo incontrare gente del genere; la maggior parte delle persone, sarebbe entrata in casa..

  2. Sei riuscita a rendere perfettamente la sensazione del momento e questa sì che può definirsi una fotografia unica; quanti altri viaggiatori, passando di lì, sono riusciti ad immortalare un istante simile? 🙂

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