Sono stata diverse volte a Barcellona, la prima nell’estate tra la terza e la quarta elementare.
Conservo ancora le foto di quella vacanza ma non i ricordi, purtroppo. So soltanto che, tornando a casa, ci fermammo in zona Lourdes dove soggiornammo in un Gîte-qualcosa. Ricordo di essere entrata nella piccola hall della struttura e di aver detto “Bonjour Mademoiselle” alla ragazza che c’era al bancone. A parte essere stata presa per il culo dai miei genitori per essermi lanciata in quel saluto così “formale”, non ricordo molto altro!
In seguito ho visitato Barcellona altre 3 volte e mi è stata sulle palle ogni volta di più.
Dato però che, ahimè, non sono la regina del mondo e che non mi piace privare Federico della visita di luoghi che io ho visto ma lui no solo perché ne conservo ricordi meno entusiasti di altri, per il regalo del suo compleanno ho pensato di fare un ulteriore passettino affinché il mio adorato maritino si mettesse in pari con i miei viaggi pre-nostra vita insieme. Per completezza, vi dirò che non ne mancano tanti e che ha recuperato quasi tutto; io coi suoi ci sono riuscita perché mi sono impegnata davvero molto! 🙂
In ogni caso, mi sono fatta una cultura su Barcellona, che non visitavo ormai dal lontano 2008. Ho prenotato l’hotel, i voli e gli ingressi per i monumenti che sapevo saremmo andati a visitare e chiesto info enogastronomiche a chi ci ha vissuto per un po’ e, come noi, ha la passione per il vermut e il vino spagnolo.
Spoiler: Barcellona è ancora più caotica e alienante di come la ricordavo. Alcuni luoghi sono non luoghi e potrebbero essere ovunque. Non si può neppure mettere la “s” alla fine delle parole per sentirsi in Spagna perché qui c’è il catalano ed è quasi più facile che ti rispondano se parli in inglese piuttosto che in castigliano. Nei blog di viaggio si trovano milioni di articoli intitolati “Barcellona inedita” o, ancora “Barcellona segreta” o similari ma a leggerli mi è venuta la depressione. Si trattava sempre di cose trite e ritrite, scoperte dell’acqua calda, e mi è preso lo scorbuto. Barcellona è famosa e frequentatissima: trovare cose nuove da vedere o fare è pressoché impossibile.
L’intolleranza verso la città si faceva risentire prima ancora di rimetterci piede e in tutti questi anni ho ovviamente condizionato anche il povero Fede. Dovevo cercare delle alternative per portare a casa un’esperienza felice.
Avete presente quel modo di dire che se non riesci a uscire dal tunnel lo devi arredare? É ciò che ho cercato di fare con la programmazione del week end: visitare gli highlights in un modo alternativo, ridimensionando l’importanza di alcuni di essi, compattando i tempi di altri o inserendoli in itinerari più ampi e più vicini ai nostri interessi.
Abbiamo trascorso così quattro giorni belli densi e felici in cui, nonostante il caos e la folla di turisti spesso beoti, abbiamo avuto modo di conoscere ed esplorare una città che ha ancora angoli da scoprire a passo lento, di piazzetta in piazzetta e, soprattutto, di vermut in vermut.
Ho raccolto quindi in questo post e nei successivi due (prestissimo online) qualche consiglio o dritta per sopravviverle ed evitare le inculate.
In questo primo articolo partiamo dai monumenti imprescindibili, entrambi nel quartiere dell’Eixample.
Cosa vedere a Barcellona: La Sagrada Familia
Preciso subito che (ri-)vederla è una figata pazzesca e che la sua fama è strameritata, ma il problema è riuscire a visitarla senza venire travolti dal resto del mondo che pure si trova lì con voi o senza farvi rovinare l’esperienza che, di per sé, può essere mistica.
Il primo, fondamentale consiglio è questo: chi ancora non avesse avuto il piacere di visitarla, dovrebbe darsi una mossa. L’ultima volta che la vidi era diversissima da come è ora. Un paio di anni ancora e dovrebbero mettere la parola “fine” sulla sua costruzione. Si tornerà a vederla completata, ma il cantiere è parte stesso dell’esperienza. In nessun altro caso vi capiterà di vedere un monumento del genere, pensato per essere costruito in tanti, tanti decenni.
Il secondo consiglio è prenotate l’entrata. Evitate atteggiamenti alla “chi vivrà vedrà” perché in questo modo sicuro dovrete spararvi ore in coda per prendere i biglietti, sempre che non siano sold out. Inoltre, le torri sono praticamente impossibili da visitare senza una prenotazione anticipata. Il link, quello senza inutili intermediari, è qui. Potete decidere di salire o non salire (si va su in ascensore e si scende a piedi. Le persone con mobilità ridotta o difficoltà a deambulare non ci possono arrivare, temo); io consiglio di andarci, ma la Basilica è splendida comunque.
Il terzo consiglio è scegliere bene l’orario in cui effettuare la visita. Se decidete di salire sulle torri, dovrete scegliere quell’orario e, solo successivamente quello di entrata nel complesso monumentale. Considerate di tenervi sempre almeno un’ora tra l’entrata nella basilica e quello di salita, ma scegliete in base a questo. Lassù può fare molto caldo (in estate) o molto buio (se andate dopo una certa ora). Inoltre c’è sempre vento e, se salite in inverno, verso l’ora del tramonto, ci salite per niente e vi raffreddate pure. Tenete presente che, più ancora del panorama della città, la vera chicca è vedere il tetto della basilica, le sue guglie, le (altre) torri – la principale, quella di Gesù, non è ancora neanche vicina dall’essere terminata – e, soprattutto il cantiere. Eh sì, il vero protagonista di questa parte di visita è il cantiere. Altro che Edilizia acrobatica! Da qui passiamo al prossimo punto.
All’atto della prenotazione dovrete indicare su quale gruppo di torri salire. La possibilità è tra le quelle dalla facciata della Natività oppure quelle della facciata della Passione. Gaudì era un visionario e, in quanto tale, uno che utilizzava l’immaginazione per realizzare nella sua testa cose che sarebbero state realizzate solo postume. Pensate che, al di là della morte precoce sotto un tram (sì, è davvero così), sarebbe stato comunque impossibile per lui assistere al termine della costruzione del complesso monumentale e quindi decise di concentrare tutte le sue energie nel portare a termine almeno una parte della chiesa. Questa parte è la discussa facciata della Passione. Per lo stesso motivo, le torri sovrastanti questo lato della basilica sono state concluse da molto tempo. Salendo quindi non avrete modo di vedere il mastodontico e assurdo cantiere che c’è là sopra. La vista è interessante da entrambi i gruppi di torri. Personalmente ho scelto la facciata della Natività (la cui facciata mi piace molto meno di quella della Passione) però là sopra il cantiere è in super fermento.
Un altro ottimo motivo per visitare la Sagrada Familia a cavallo tra mattina e pomeriggio è la luce. Una degli aspetti che Gaudì ha curato maggiormente nella progettazione del corpo della basilica sono le finestre. Diciamo che la Sagrada Familia è un insieme di simboli, altezze e luci. Le vetrate hanno colori più caldi su un lato (quello della Passione) e più fredde sull’altro (quello della Natività). I giochi di luce che vedrete all’interno sono molto diversi a seconda dell’ora in cui vi entrerete.
Nel prezzo del biglietto è compresa anche l’audioguida. Dovrete scaricare una app molto comoda sul vostro smartphone, quindi fate in modo che sia carico e portatevi gli auricolari per non scassare le palle a chi farà la visita nel vostro stesso momento mettendo in vivavoce.
Cosa vedere a Barcellona: Casa Batlló
Abbiamo scelto di visitare Casa Batlló e non Casa Pilar perché ricordavo che la prima mi era piaciuta molto più dell’altra. Si potrebbero vedere entrambe, non è che lo vieti la legge, però hanno davvero un costo esorbitante. Considerate circa 25 euro a persona a monumento per la visita base. Ci sono dei biglietti cumulativi ma si risparmia davvero pochissimo. Quindi, a meno che non abbiate interesse di vedere entrambe gli edifici, documentatevi su cosa potrebbe piacervi di più.
I biglietti di Casa Batllò si comprano qui, senza intermediari.
Abbiamo scelto di fare una visita particolare spendendo un po’ di più ma non sarebbe potuto essere più bello di come è stato, credo. Dalle 19 di ogni giorno partono le visite in notturna. La casa si riempie di giochi di luce che, insieme ai contenuti che si ascoltano con l’audioguida (compresa nel prezzo), rende l’atmosfera magica.
In particolare, ciò che si ascolta sono le interpretazioni dei racconti degli allora giovani Batllò, i figli del proprietario dell’edificio che commissionò il restauro (e che restauro!) a Gaudì. Sono parole e ricordi commoventi che fanno sì che l’esperienza sia tanto positivamente indimenticabile dal non andare in sbattimento per la folla.
Si arriva fino al tetto dove c’è anche un lounge bar/cafè se proprio vi venisse voglia di bere e mangiare qualcosa godendovi il panorama in notturna dell’Eixample.
Dove mangiare a Barcellona, nell’Eixample
Tuttavia, ed ecco il primo consiglio dedicato ai golosi, non rovinatevi l’appetito perché a 1 minuto a piedi da Casa Batllò c’è un ristorante divino dove mangiare tapas e bere ottimo vino con una qualità prezzo pazzesca. È sempre pienissimo ma basta annunciarvi ai camerieri e attendere fuori il vostro turno, magari iniziando a sorseggiare una copa de vino o un vermut.
Il ristorante si chiama Vinitus. Ci sono due sedi a poca distanza l’una dall’altra ma il nostro amico ci aveva suggerito di andare in quello di Calle Arago.
Un altro ristorante di tapas interessante in zona è il 4 Latas Letamendi, anche questo pieno di persone del posto anche se non regge il confronto con Vinitus.
Per chiudere la serata (o aprirla) con un vermut artigianale super buono, vi propongo la Bodegueta de Provença. Garantito che un bicchiere tira l’altro.
Dove dormire a Barcellona
Per chi se lo stesse chiedendo, l’Eixample è un ottimo quartiere dove dormire, ma alcune zone sono meglio di altre. Quelle nei pressi della Sagrada Familia sono, per esempio, un po’ decentrate e i ristoranti davvero tristemente turistici. Stessa cosa per la parte a ridosso di Plaza de la Catalunya che, oltretutto, è pure infestata dai turisti. No grazie!
Meglio preferire la parte confinante con il (magico) quartiere di Gracia – del quale parleremo nel prossimo post – oppure spostarsi verso la sede dell’Universidad.
Noi abbiamo dormito al Praktik Vinoteca. “Vinoteca” vi dovrebbe dire come mai abbiamo scelto proprio questa struttura invece di altre, ugualmente valide, in zona.
Ottimo qualità prezzo, buona colazione compresa nel prezzo e un calice di vino da consumare durante il soggiorno. È perfetto per pulizia, posizione e per la godibilità della parte esterna.
Lo trovate anche sui principali portali di ricerca di hotel ma io ho prenotato direttamente perché mi è convenuto davvero tanto. Questo il link.
Gattari di tutto il mondo, unitevi!
Piccola nota dedicata ai gattari: l’Universidad di Barcellona (che è bellissima indipendentemente che si amino o meno i mici!) ha nel suo giardino la più grande colonia felina che mi sia mai capitato di vedere. Se passate di lì, fateci un salto.