Un, due, tre… FAI

Due week end fa ci sono state le Giornate di Primavera del FAI.

In un giorno solo e nonostante un piccolo problema a una caviglia, ho avuto la fortuna di riuscire a visitare tre siti normalmente chiusi ai non addetti ai lavori.

Il primo dei tre è il Deposito EX-OMV di Milano Centrale.

Noto come Squadra Rialzo Milano Centrale, è stato costruito per garantire la manutenzione delle locomotive e dei vagoni in transito nella principale stazione cittadina. Attualmente è una proprietà della Fondazione FS ed serve a conservare e ricoverare le vetture storiche ormai in disuso.

Ero stata avvertita che ovunque ci fossero stati treni avrei incontrato gli ‘invasati dei treni’ ma lo scenario che si è aperto aveva del surreale. Gente in attesa in code chilometriche per salire su una carrozza, ragazzini vestiti da controllore che tenevano ‘lezione’ agli amici facendo a gara di chi avesse più informazioni storiche sull’argomento, appassionati sdraiati sulle rotaie per fotografare le locomotive da sotto, nonni che scattavano foto ai nipotini piantandoli ovunque e spesso spaventandoli.

A parte questa nota un po’ grottesca, la visita si è rivelata molto, molto piacevole.

I treni mi affascinano e mi spaventano insieme. Da sempre.

Viene naturale chiedersi chi ci sia salito e per andare dove. Sono l’emblema della vita in movimento. E le carrozze storiche sono incantevoli…

Un, due, tre... FAI!

Un, due, tre... FAI!

Un, due, tre... FAI!

Un, due, tre... FAI!

Un, due, tre... FAI!

La seconda visita è stata la più attesa.

Da oltre dieci anni l’Albergo Diurno Metropolitano Venezia è stato chiuso ed, ahimè, lasciato in balia del degrado e della dimenticanza.

Situato nei pressi della fermata Porta Venezia della metropolitana Linea Rossa e costruito negli anni ’30 per i viaggiatori che necessitavano di rinfrescarsi dopo un viaggio in treno o per gli abitanti del vicino quartiere Lazzaretto, edificato senza la predisposizione dei bagni in casa, il Diurno ha accolto i più disparati avventori nell’eleganza del Liberty milanese, in questo caso, attribuito al famoso architetto Pietro Portaluppi.

Al suo interno, oltre all’area bagni e terme, ospitava una parrucchiera per signore, una manicure, una pedicure, diverse cabine telefoniche, un fotografo, un’agenzia di viaggi, un banco delle FS per la vendita dei biglietti, un area ristoro e un barbiere (ultimo a chiudere nel 2006 dopo un contenzioso legale sulla proprietà dei locali).

L’umidità, la muffa e i crolli strutturali non hanno potuto nascondere la bellezza del luogo, né cancellare la sensazione che si prova pensando a quante persone sono passate di lì e lo hanno veramente vissuto.

Un, due, tre... FAI!

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Un, due, tre... FAI!

Un, due, tre... FAI!

Un, due, tre... FAI!

L’ultima fatica è stata per Palazzo Lombardia, nuova sede della Regione.

Che dire? Bellissimo, imponente e leggerissimo insieme, architettonicamente perfetto (però il palazzo dell’Unicredit rimane sempre il più bello, a parer mio….).

La cosa positiva della visita: una preparatissima guida ci ha spiegato l’evoluzione della zona di Porta Nuova, del nuovo quartiere che si sta andando a creare, della filosofia che sta alla base delle scelte urbanistiche fatte (il concept sembrava un po’ quello scimmiottato da Crozza nel personaggio di Fuffas… “Federico… cercami su wikipedia la parola ‘esagono’!!!”).

Altra cosa positiva il cielo nuvoloso con alcuni sprazzi di luce solare a colpire delle zone a caso della città. Perfetto per i giochi di riflessi sulle vetrate.

Nota negativa: la gente… maleducata, rimbambita, non abituata a mettere il naso fuori di casa tanto da non capire che se la guida ti dice ‘spostati’ ti sta dicendo ‘spostati’ non ‘stai fermo lì’!. Nulla da fare. Così è se vi pare.

Una scoperta bellissima: le colonne del piano terra. Grazie ad un concorso aperto a giovani artisti emergenti milanese, i vincitori hanno potuto decorare le colonne dell’atrio creando un effetto davvero piacevole e variegato. Ne ho fotografate alcune, quelle che mi sono piaciute di più… ma sono tutte molto originali.

E’ necessario tornarci il prossimo anno se le condizioni meteo dovessero essere diverse. C’è un mondo da fotografare da lì sopra….

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Un, due, tre... FAI!

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_MG_3301Un, due, tre... FAI!

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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    1. Grazie mille, cara… troppo buona… non potrei mai farti da fotografa al matrimonio: ai matrimoni delle amiche non scatto un bel tubo perchè sono troppo coinvolta! Potrei tentare di portarmi dietro la macchina e vedere che succede…

      1. Mi sa che in certe cose è meglio non essere coinvolti. Però è vero. Per scattare una foto, bisogna estraniarsi… io solitamente non riesco mai a fotografare le cose che mi piacciono, per il semplice motivo che dimentico di avere una macchina fotografica. Mi devo preparare psicologicamente, per così dire…

        1. È questo il problema. Quando si è coinvolti ci si dimentica del lato estetico per tuffarsi in quello affettivo. Per il tuo matrimonio, cara la mia Amica, sarei troooppo coinvolta! Però Fede potrebbe fare al caso nostro. È molto più bravo di me… E, nel caso volessi un professionista, ti consiglierei Gabriele Lopez. Non ti ho mostrato le nostre foto, vero???

  1. Anch’io sono rimasta incantata dall’albergo Diurno, un posto che trasuda storie di vita quotidiana.. davvero bello. Come belle sono le tue foto, hai un occhio speciale.

    1. Grazie mille, Francesca… è stata davvero una fortuna riuscire ad entrare… chi non aveva la tessera del FAI si è fatto fino a 3 ore di coda… Ne valeva comunque la pena… Ora speriamo solo lo sistemino e gli ridiano un po’ del vecchio splendore…

  2. Cavolo, che foto incredibili!
    Mi riesce difficile immaginare gli “invasati dei treni” travestiti da controllori o buttati sui binari a fare fotografie, non mi è mai capitato di parlare con persone che amano i treni. A me non fanno nessun effetto, in compenso mi affascinano gli aerei 🙂

    1. Nella seconda foto, quel controllore giovane giovanr che parla con dei ragazzini, NON E’ un controllore. Io l’ho capito dopo aver provato a chiedergli una info su un treno. Naturalmente lui mi ha risposto con saccenza e competenza ma mentre parlava con me ho notato la barba a ciuffi in attesa della prima crescita e i brufoli tipici della pubertà e ho capito che faceva parte degli ‘invasati dei treni’ di cui mi avevano parlato…. 🙂

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