USA South West: itinerario nei grandi Parchi dell’Ovest

Questa parte degli USA è conosciutissima quindi, rispetto al viaggio dello scorso anno, trovare in rete idee di itinerario, informazioni pratiche e consigli vari è molto facile.

Anzi, probabilmente la rete abbonda di spiegoni su come fare un viaggio che più “classico” di questo non si può.

Eppure noi qualche piccola variante e qualche scelta un po’ più personalizzata l’abbiamo prevista.

Come al solito, tutto quanto scritto nelle seguenti righe non è assolutamente soggetto a sponsorizzazioni da parte di hotel/ristoranti/attrazioni turistiche/ecc. Come l’ho vissuto, ve lo riporto. Dove non cito i nomi dei posti dove abbiamo mangiato è perché, probabilmente, abbiamo cenato in stanza per la troppa stanchezza!

COMPAGNIA AEREA

Air Italy.

Abbiamo prenotato il volo diretto Malpensa/Los Angeles e ritorno all’inizio di marzo pagandolo in totale € 1261 + € 40 di scelta dei posti.

Abbiamo volato bene. I sedili erano abbastanza comodi, i pasti abbastanza buoni, il personale di bordo abbastanza disponibile e l’intrattenimento abbastanza interessante. Insomma…. una compagnia che definirei “abbastanza”.

Per quel prezzo e per un volo diretto avrei ucciso un innocente, quindi se mi doveste chiedere se ci rivolerei, la risposta sarebbe senz’altro “sì!”.

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L’ITINERARIO

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Abbiamo escluso completamente la parte di parchi della California centrale, la sua costa (ad esclusione di San Diego) e pure la visita di Los Angeles (tranne che per un unico luogo di cui vi dirò poi…) che non ci interessava una beata cippa. Los Angeles l’abbiamo toccata solo perché il volo era diretto su quella città. Volare su Las Vegas, che ci avrebbe fatto risparmiare qualche centinaio di km in auto, costava quasi il doppio.

IL NOLEGGIO DELL’AUTO

Abbiamo noleggiato da Alamo una comodissima Chevrolet Malibu tramite l’insostituibile economycarrentals.com che non smetterò mai di consigliare a chiunque mi chieda come faccio con i noleggi di autovetture durante i nostri viaggi. Il prezzo totale, comprensivo di quasi € 200 di assicurazione full, è stato di € 624 per tutta la durata del soggiorno (dal 13 al 29 settembre). I km percorsi sono stati esattamente 4801 (STICAZZI!) con una spesa per il carburante di € 263!

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LE TAPPE DEL VIAGGIO

Chino (1 notte)

Dopo essere sbarcati nel tardo pomeriggio, aver superato i controlli di sicurezza e recuperato i bagagli, abbiamo doluto attraversare quasi interamente Los Angeles per metterci già sulla strada per la prima vera meta del nostro on the road. Abbiamo dormito al Best Western Pine Tree Motel (€ 86.50 con colazione) dove ci siamo trovati benissimo. Non abbiamo mangiato nulla perché eravamo stanchissimi e perché ho smarrito un pacchetto nuovo di taralli comprati in aeroporto a Milano e me ne sono accorta solo quando è stato il momento di cibarci. Eravamo così stanchi dal viaggio e dall’ora e mezza di traffico infernale che, piuttosto che andare a procacciarci cibo, ci siamo messi a letto senza cena!

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Las Vegas (2 notti)

Qui ne avrei trascorsa anche una sola di notte, ma per una certa ricorrenza avevo regalato a Fede lo spettacolo “O” del Cirque du Soleil che è fisso al Bellagio e quindi ci siamo dovuti trattenere un po’ di più in città.

Las Vegas è da vedere almeno una volta nella vita e sono contenta che il mio “pertocca” sia già stato superato.

Il primo giorno, andandoci, abbiamo visitato l’istallazione Seven Magic Mountain e sbancato uno dei due famosissimi outlet della città (altro che casinò e gioco d’azzardo… dammi una carta di credito e io esaurirò la merce da GAP!), mentre il giorno successivo abbiamo visitato la Hoover Dam facendo anche il Power Plant Tour e fermandoci alla Lake Mead National Recreation Area, dove abbiamo comprato il nostro pass annuale per i parchi nazionali (€ 72)! Il pass è davvero molto conveniente ma fate bene i conti: Antelope Canyon, Monument Valley, Horseshoe Bend Point, Dead Horse State Park, Red Rock Park e Four Corners Monument NON sono compresi… valutate cosa volete vedere sull’elenco delle attrazioni comprese del sito ufficiale dei Parchi NAZIONALI degli USA).

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In queste due notti abbiamo dormito al comodissimo e convenientissimo Best Western Plus Casinò Royale (direttamente sulla strip, di fronte al Mirage e a fianco del Venetian) spendendo un totale di € 356,82 (senza colazione). A chi non fregasse nulla di dormire nei famigerati mega hotel a tema, lo consiglio per la posizione e perché è l’unica struttura (bella) sulla Strip a non far pagare alcun resort fee. Mica cazzi!!!

Abbiamo cenato al Royal Britannia, dentro al Venetian (la peggior Caesar Salad della mia vita), e al Beer Park, direttamente sotto alla Torre Eiffel del Paris e di fronte alla celebre fontana del Bellagio, dove ci siamo trovati benissimo e abbiamo speso pochissimo per gli standard americani, per la vista e l’atmosfera.

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PS: lo spettacolo del Cirque du Soleil è stato pazzesco! Una delle cose più belle ed emozionanti che abbia visto in vita mia. Se capitate da quelle parti, investite qualche soldino per vederlo! Ne varrà la pena in quanto è unico tra tutti gli spettacoli proposti da questa compagnia canadese.

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Bryce (1 notte)

Facendo millemila km e attraversando lo Zion sulla UT9 (che da sola varrebbe il viaggio), siamo arrivati al primo dei National Park del nostro viaggio: il Bryce Canyon. Appena arrivati abbiamo preso possesso della nostra stanza nella parte “motel” del Lodge at Bryce Canyon, l’unica struttura dentro al parco. Abbiamo speso la bellezza di € 247 (senza colazione) per una notte ma volevamo essere lì all’alba e sono felice di aver sganciato ogni singolo centesimino del costo della stanza! Erano mesi che cercavo di prenotare ma era sempre tutto pieno. Due giorni prima di partire, ricontrollando, si era liberata una camera. Sembrava fosse arrivato Natale in anticipo in casa nostra!

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Abbiamo percorso il Navayo Loop ed è stato MAGNIFICO. Come per altre visite di cui scriverò, è inutile descriverne la bellezza perché è inspiegabile; mi limito a un consiglio molto pratico: se non siete allenati ai trekking in montagna (tipo la sottoscritta che dopo un metro di salita sembra enfisemica) scendete da Wall Street e risalite da Two Bridges. Il primo tratto è più breve ma con una pendenza spaventosa, il secondo più lungo ma un po’ più “dolce”.

La sera abbiamo cenato al ristorante del lodge e, cosa che generalmente non facciamo, abbiamo ordinato il numero di portate equivalenti a quelle di un pranzo di matrimonio siciliano spendendo una cifra che mi vergogno a riportare qui. Comunque la cena è stata davvero, davvero ottima; siamo noi che abbiamo esagerato.

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Moab (2 notti)

La tappa più bella del nostro viaggio.

A parte l’attraversamento della UT12 prima e della UT24 poi, Moab è il punto di sosta perfetto per visitare due meraviglie naturali che ancora oggi mi fanno venire la pelle d’oca al ricordo: Canyonlands e Arches, entrambi National Park.

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Canyonlands è divisa in tre aree e quella visitabile dalle mezze calzette come noi è Island in the Sky. Si tratta di una serie di overlook e qualche breve trail che ti portano fino a essi.

Arches invece è un parco da “camminare”. Studiate quanto più possibile su questo parco prima di partire da casa e poi recatevi al visitor center e fatevi consigliare dai ranger su quale trekking possa fare per voi. Noi abbiamo fatto due percorsi tra quelli segnalati come “impegnativi” (il Double O Arch Trail e il Delicate Arch Trail) e, nonostante la fatica immonda, lo ricorderò come uno dei giorni più fighi della mia vita!

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A Moab abbiamo soggiornato al delizioso Expedition Lodge (€ 270 con colazione per due notti) e cenato all’Antica Forma (una pizzeria italiana dove abbiamo mangiato molto bene, ovviamente pizza!!!) e al The Spoke on Center (passabile).

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Durango (1 notte)

Lasciato lo Utah (datemi un fazzoletto, gente, perché ancora piango per la nostalgia…) siamo entrati in Colorado.

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L’obiettivo era il Mesa Verde National Parks. Nonostante siamo arrivati lì presto, i biglietti per i due trekking con i ranger che ci interessavano (quello alla Balcony House e quello al Cliff Palace) erano già sold out. Avrei bombardato l’intera area per protesta! Alla fine ci siamo diretti verso l’overlook da cui, da lontano e con il nostro prezioso binocolo, siamo riusciti a scorgere il Cliff Palace, ma poi abbiamo ripiegato verso la destinazione serale (il passabile Quality Inn della graziosa Durango, € 157 con colazione) dove, lasciati i bagagli, siamo partiti in direzione Silverton lungo la favolosa US550. Panorami da sogno, completamente diversi da quelli dei giorni precedenti ma non siamo arrivati fino alla fine della strada a causa del maltempo e del buio. Non avrebbe avuto senso proseguire.

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Un consiglio molto pratico: nel caso voleste fare i trekking di Mesa Verde alla Balcony House e al Cliff Palace, cercate di essere sul luogo la sera prima. I biglietti non sono prenotabili su internet ma possono essere venduti prima della chiusura del Parco per il giorno successivo. Noi siamo arrivati alle 10 del mattino del giorno in cui avremmo dovuto fare la visita e non c’è stato verso di comprare mezzo ticket!

Monument Valley (1 notte)

Dopo un passaggio velocissimo in New Mexico per visitare quella trashata pazzesca del Four Corners Monument (Fede ci teneva tanto… potevo dirgli di no?!?), ci siamo diretti verso la Monument Valley dove abbiamo trascorso la notte al The View Hotel.

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Ora, i nativi americani delle zone attraversate mi stanno sul culo come una festività che cade di sabato o domenica, e dar loro ben € 240 (senza colazione) per una singola notte mi ha fatto rosicare non poco, ma ragazzi…… che vista!!!!!! L’alba e il tramonto dal balconcino della nostra stanza mentre consumavamo qualsiasi pasto con cibarie di emergenza non ha avuto prezzo. Vale la pensa farsi stare simpatici gli indiani per qualche ora.

L‘entrata alla Monument Valley costa $ 20 a veicolo.

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IMPORTANTISSIMO: prima di arrivare alla Monument Valley, fate una piccola deviazione di qualche km (pochi, pochi, giuro!) per visitare lo splendido Gooseneck State Park: in quell’area il Colorado percorre 10 km di tortuose curve per spostarsi di uno solo. È impossibile fotografarlo nella sua interezza, quindi fidatevi sulla parola. Una meraviglia della natura non conosciuta e senza l’assalto dei turisti, ergo… da vedere!

Il vento ci portava via ma forse erano le emozioni fortissime date quell’intricato tratto di fiume ad averci destabilizzato.

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Dal Gooseneck State Park siamo tornati sulla strada principale e ci siamo fermati al famigerato Forrest Gump Point per le foto di rito che chiunque passi di qui si fa.

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Page (1 notte)

Page è un luogo assurdo, costruita dal nulla e nel nulla ai tempi dell’edificazione della Glen Dam. In pratica a un certo punto questi pazzi hanno deciso che serviva una nuova diga (che poi sarà l’ultima delle innumerevoli costruite i quegli anni… la prima, e più grandiosa, fu la Hoover Dam di cui alla seconda tappa del nostro viaggio), quindi hanno distrutto il Glen Canyon (che stanno cercando pian piano di ripristinare, i tardoni!) inondandone una parte consistente e creando il Lake Powell, che sta agli americani in cerca di luoghi di villeggiatura e balneazione come il Lago di Garda ai tedeschi con roulotte, sandali e calzettoni!

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Ma… ma… a Page c’è lo slot canyon più famoso del mondo (l’Antelope) e chi siamo noi per non andare a visitarlo?!? Nessuno, appunto. Prenotata la visita con Ken’s Tour all’incirca 4 mesi prima della stessa (gli orari migliori sono quelli attorno a mezzogiorno e vanno a ruba) per la modica cifra di € 94 in due, abbiamo avuto modo anche noi di bearci della vista di questo posto che, vi assicuro, dal vivo è molto, molto, molto, molto, molto più bello che in qualsiasi foto possano ritrarlo.

NB: di Antelope Canyon ce n’è uno solo ma è visitabile in due punti: l’Upper Antelope e il Lower Antelope. L’Upper costa un po’ di più perché è dove, a una certa ora del giorno, sono visibili i famosi sunbeams (che gli appassionati di fotografia cercano più che un biglietto vincente della lotteria nazionale) ma presenta tre condizioni per le quali noi lo abbiamo scartato senza pensarci tre secondi:

  1. c’è molta più gente che al Lower;
  2. per entrare e uscire si passa sempre dalla stessa parte e quindi il problema di cui al punto 1 di fa ancora più insostenibile;
  3. at last but non least, è più pratico entrarci e uscirci perché è tutto in piano quindi……… è pieno di famigliole felici con bambinetti al seguito che al Lower non ci sono.

Ditemi, potevo scegliere l’Upper invece che il Lower? Mio marito gira con una tshirt con sopra scritto “I hate people” e le mie amiche mi chiamano “la Malvagia Strega dell’Ovest”… fate un poi voi…

Pensavamo fosse una poracciata turistica, invece la visita è stata molto bella, la nostra guida si è rivelata l’unico indianino simpatico che abbiamo trovato in tutta la vacanza e siamo pure rimasti nel canyon per ben più dell’ora prevista per la visita. Se potete, fatevi mettere in uno degli ultimi gruppi del maxigruppo dell’orario della vostra visita (il primo gruppo ha la lettera “A”, il secondo la “B” e via dicendo….. l’ultima della nostra tornata era la “I” e noi eravamo nella “G”). All’inizio vi sembrerà di stare in Piazza San Giovanni durante il concertone del Primo Maggio per la folla che avrete davanti, ma poi potrete trattenervi molto più a lungo degli altri davanti a voi! 

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La visita all’Antelope è stata breve e ci ha lasciato il tempo per andare in un’altra tappa ultra turistica ma altrettanto imperdibile che ci eravamo prefissati di vedere: Horseshoe Bend Point. Era l’ora del tramonto e tutto il mondo ha avuto la nostra stessa idea ma è stato talmente bello che ci siamo accorti della folla che ci attorniava solo quando il sole è calato e la fiumana si è spostava in massa verso il parcheggio.

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A Page abbiamo dormito al Best Western View Of Lake Powell: posizione splendida, vista e terrazza magnifica, struttura rinnovata da poco e ottima colazione, ma avrei sterminato tutto il personale per l’antipatia e cafoneria! Per una notte abbiamo speso € 182 ma ci siamo capitati nel week end e a meno c’era davvero poco.

Grand Canyon (1 notte)

Beh, che dire del Parco Nazionale Americano più famoso del mondo?!? L’unica cosa che mi sento di consigliarvi è di trovare un punto da cui osservarlo e gustarvelo senza accanirvi. Sarà sempre e comunque troppo grande perché l’occhio umano (o un obbiettivo fotografico) possa coglierlo completamente.

Noi siamo stati nel South Rim (che è la parte più famosa e turistica). Volevamo andare nel North Rim ma non saremmo riusciti a incastrare il resto dell’itinerario del nostro viaggio. È andata comunque benissimo.

Abbiamo dormito dentro al parco allo Yavapai Lodge (€ 229, nella camere “West”, le uniche con aria condizionata e rinnovate di recente, con colazione) e cenato nel ristorante dello stesso. Pare di stare in una mensa aziendale, ma non abbiamo mangiato male e abbiamo speso pochissimo.

Se avete un binocolo, portatelo: vi servirà per osservare meglio i condor volare nel canyon. Ricordatevi di non dare da mangiare alla fauna locale. Fareste loro solo un torto,. Inoltre un sacco di gente viene morsicata ogni anno dagli scoiattoli e la cosa fa un male boia ed è pure pericolosa perché il loro morso è portatore di un sacco di malattie che mai attribuiresti a degli animaletti così teneri e graziosi (lo dico per esperienza, gente… è capitato anche a me sull’altra costa degli States!!!).

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Sedona (1 notte)

Lasciato il Grand Canyon dovevamo raggiungere Flagstaff (cittadina carinissima in cui consiglio assolutamente una visita con sosta al piccolissimo e grazioso Potion Tea & Bakery (ma occhio a cosa ordinate! Chiedete bene!) e superarla in direzione sud per raggiungere il nostro motel a Sedona (il motel è il Sugar Loaf Lodge, € 98 con colazione, ma io farò finta di non averci mai dormito e… non ne parleremo MAI più! Ok? Siamo intesi?). Invece, nonostante fossimo fradici e ibernati da una giornata di maltempo improvviso, abbiamo visitato il Sunset Crater Volcano National Monument ed è stata una figata pazzesca!

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Rientrati a Flagstaff, abbiamo percorso la splendida AZ89A fermandoci qua e là per qualche fotina nello Slide Rock State Park (sempre più zuppi e sempre più congelati) fino ad arrivare, esausti come mai nessun altro giorno di questo viaggio, al nostro alloggio (avevamo detto che non se ne sarebbe mai più parlato, lo so, ma non potevo finire la frase con un “fino ad arrivare…” senza il complemento di luogo! Non avrebbe avuto senso!) dove abbiamo anche il coraggio di cenare cercando di appoggiarci il meno possibile a qualsiasi cosa ci fosse nella stanza, compresi noi stessi perché a quel punto eravamo contaminati irrimediabilmente!

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Kingman (1 notte)

Giornata tour de force di cui vi scrivo a grandi linee il programma:

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  1. sveglia all’alba (volevamo scappare dal motel, probabilmente),
  2. visita all’Oak Creek Crossing State Park (molto suggestivo) e al Red Rock State Park (interessante ma con riserva perché avevamo troppo poco tempo e io ero in sbatta totale come solo io so andare quando penso di essere in ritardo),
  3. AZ89A al contrario,
  4. Kingdom, dove abbiamo preso possesso della stanza nell’ottimo Best Western Plus A Wayfarer’s Inn & Suites (€ 97 con colazione), adocchiamo la zona piscina e hot tube, e, soprattutto, dove ci siamo imbattuti nelle due sciure in stile cariatidi che stava no nella reception. Bisognava vederle, gente: un incrocio tra mia nonna di 93 anni, la Thatcher e zia Yetta della Tata,
  5. Route 66 per Oatman: siamo rimasti incantati e straniti dalla strada (considerate che se fate la strada vecchia, ci vuole in casino di tempo per pochissima strada – che poi rifarete anche al ritorno – ma ne vale assolutamente la pena!) e pseudodelusi da Oatman in sé (non proprio delusi-delusi perché sapevamo già in partenza che si sarebbe rivelata “una cagata pazzesca”),
  6. rientro alla velocità della luce a Kingdom per usufruire della tanto agognata piscina + SPA,
  7. cena al famoso Mr. D’Z Route 66 Diner dove abbiamo mangiato porcate americane come non ci fosse un domani dopo che io, me medesima, la regina del “se prendo freddo alla pancia mi cago addosso”, sono riuscita a scegliere il posto sotto alla bocchetta dell’aria condizionata più potente sia mai stata progettata e messa in funzione nella storia dei condizionatori di tutto il mondo,
  8. rientro al nostro motel e conclusione di questa giornata di 86 ore consecutive!

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29Palms (1 notte)

Salutate le nostre adorabili vecchie della reception, ci siamo diretti verso la tappa seguente, 29palms, dove abbiamo dormito al Best Western Gardens Hotel (€ 103 con colazione, carino e comodo).

Nel frattempo, per movimentare un po’ la giornata, lungo il percorso sono scivolata vestita nel Colorado River in un punto, fortunatamente, dove il fiume non ha nulla della potenza che lo contraddistingue e che gli ha permesso di scavare la roccia fino a creare il Grand Canyon. Con tutta la dignità possibile mi sono rialzata, cambiata in mezzo alla strada, ho tappezzato l’auto di vestiti, scarpe, calze, solette, ecc. (il tutto sotto lo sguardo di grande biasimo di Federico) e siamo ripartiti verso il Joshua Tree National Park che si  è poi rivelato, insieme ad Arches, il parco più emozionante di questo itinerario. 

Prima abbiamo visitato la zona del Chollo Cactus Garden, pieno di queste graziosissime piantine che mi si sono conficcate a morte nella scarpa, poi siamo andati a caccia degli alberi di yucca verso l’overlook Keys View dove volevamo vedere il tramonto ma, sfortunatamente, non ce l’abbiamo fatta perché quando siamo arrivati al parcheggio il sole era oltre le colline antistanti il viewpoint. Un po’ abbacchiati siamo ripartiti per rientrare al nostro hotel ma, meraviglia delle meraviglie, siamo incappati in un punto particolarmente suggestivo in cui il sole calante illuminava di rosa e viola la distesa infinita di alberi di yucca.

Abbiamo addirittura spento l’auto e sostato in mezzo alla strada per gustarci il momento e quella vista. In quel preciso attimo ho avuto la consapevolezza di stare osservando il più bel tramonto della mia vita fino a quel momento vissuta.

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San Diego (3 notti)

Aspettavo San Diego da quando ho programmato il viaggio. Mi sembrava un po’ una terra promessa e, in effetti, mi è piaciuta tanto anche se non ha il fascino di altre città americane visitate sulla stessa costa l’anno precedente!

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A San Diego abbiamo dormito, su consiglio di chi c’era già stato prima di noi, nell’Old Town al Best Western Plus Hacienda Hotel, un labirinto messicaneggiante dove avevo prenotato una stanza con vista per € 617 con colazione (la colazione molto deludente, tutto il resto super!!!) e dove abbiamo sfruttato il balconcino privato, la piscina e la hot tube che si trovavano proprio sotto la nostra stanza. L’hotel ha anche un comodo parcheggio coperto a pagamento…. datemi retta: usatelo, nel caso doveste soggiornare lì!

A San Diego abbiamo visitiamo il Cabrillo National Monument (compreso nel pass annuale dei parchi), Downtown e il Gaslamp, la USS Midway, di cui avevamo già comprato i biglietti in anticipo (€ 30 in due), il Balboa Park e Coronado.

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Abbiamo cenato al The Sign of Whale (buono) in centro, da Fred’s Mex (buono) e al Cafè Coyote (ottimo) nell’Old Town.

In questa tappa finale abbiamo fatto delle grandi scoperte:

  1. l’acqua dell’oceano, per quanto sempre impetuosa con le sue onde gigantesche, sarebbe stata abbastanza calda per farci un bagno,
  2. un sottomarino è più figo di una portaerei,
  3. i messicani sono molto più kitch di quello che avremmo mai potuto immaginare
  4. i margarita ci piacciono proprio tanto. Ma proprio tanto, tanto! Perché li ho completamente snobbati per 37 anni di vita?

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Al termine di questi giorni in città, siamo tornati al punto di partenza del nostro tour, Los Angeles, dove ci aspettava il volo di rientro, ma prima abbiamo dato un’occhiata a Venice Beach e ai Venice Canals.

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CON IL SENNO DI POI

Lo dico sempre che i viaggi andrebbero fatti tutti due volte per rendere l’itinerario perfetto.

Questo è stato molto ben equilibrato ma, con il senno di poi, cambierei due cose: toglierei le tappe di Durango e Sedona e aggiungerei due giorni nello Utah. Toglierei anche un giorno a Las Vegas, ma quello in più di questa volta è stato necessario per visitare la diga di Hoover e vedere lo spettacolo del Cirque du Soleil, quindi, non avrei potuto eliminarlo neanche volendo.

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Il caldo, anche nella seconda metà di settembre, si è sentito… e pure parecchio. Ma alcune tappe risultano molto più fresche. Probabilmente il periodo ideale per visitare la zona è la fine di maggio (sperando che la neve nello Utah sia stata smaltita del tutto) oppure inizio ottobre. A noi è andata comunque abbastanza bene, a eccezione di Las Vegas dove il caldo soffocante dell’esterno faceva a pugni con il freddo congelante dell’aria condizionata sparata in ogni struttura al chiuso. Se come me soffrite di questi sbalzi termici, partite preparati. Io lo ero, ma vi assicuro che ho sofferto comunque moltissimo.

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Quello che mi ha lasciato complessivamente e quello che mi ha trasmesso giorno per giorno l’ho già scritto qui e qui, ma spero che questo articolo possa comunque risultare utile a chi stia pianificando un viaggio in questo angolo di mondo che, almeno una volta nella vita, va visto.    

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Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

15 Comments

  1. Praticamente una guida di viaggio da copiare passo dopo passo per organizzare il viaggio perfetto! Come ti ho scritto l’altro giorno sto già pensando (più che altro immaginando) le ferie estive, quindi ogni idea entra immediatamente nella mia lista in questo periodo 😉
    In realtà noi avremo meno giorni a disposizione, quindi tra le varie idee avevo pensato anche a Seattle + San Diego. Dovrei però accontentare anche il Prigioniero, visto che sicuramente quest’anno vorrà trascorrere un paio di giorni al mare. Quindi la soluzione San Diego con piscina potrebbe essere un buon compromesso!

    1. La soluzione San Diego con piscina è ottima. Il nostro hotel era super….. Ma a Coronado ci avrei fatto il bagno…. Ed era inizio ottobre. Quindi, andando prima, magari ce la fate tranquillamente anche nell’oceano. Ma la soluzione piscina rimane un buon piano B.
      Quanto a Seattle…. Se escludiamo Londra (the best of) e Berlino (quasi the best of), è la città più figa che abbia visitato….
      Io “l’accenderei”…. Non Seattle… Non darle fuoco, per piacere… Ci voglio tornare… Aspetta un attimo con gli incendi! 😝

  2. Che fascino questo viaggio Elena, e che panorami! Anch’io avrei speso 240 euro per avere quella vista dalla mia camera…se ci pensi I nativi hanno solo i proventi del parco nazionale, fuori da lì c’è solo disoccupazione e povertà nera… Quest’anno che abbiamo girato per i parchi nazionali principali di Alberta e Montana al confine la situazione era esattamente questa… Che tristezza…

Rispondi a Silvia - The Food Traveler Annulla risposta