Le Cotswolds, finalmente.

Visitare le Cotswolds era una delle voci in cima alla mia travel wish list da tantissimi anni: avevo letto di questa bucolica area inglese in diversi articoli sul web e visto così tante foto di questi luoghi senza tempo che mi era venuta una sorta di fissazione ma, per cause di forza maggiore ( = mio marito non ha troppa simpatia per gli inglesi), ho continuamente rimandato scegliendo sempre altre mete. 

Ho provato a convincere Fede della bellezza della zona con ogni mezzo, passando dalle minacce alla pietà, o intavolando conversazioni di altissimo spessore intellettuale e grande soddisfazione morale (E. <<Amore, andiamo nelle Cotswolds questa primavera?>> F. <<Le Cotswolds-CHE?!?>> E. <<Vabbè, lasciamo perdere, dai!>>) ma, ahimè, senza grandi risultati fino a quando, complice un mio regalo di compleanno e la comune e incommensurabile voglia di visitare gli Warner Studios di Londra per il Making of di Harry Potter, mi sono improvvisamente trovata in mano due biglietti aerei per l’Inghilterra e carta bianca su come organizzare quattro giorni nel Paese di Her Majesty, the Queen Elizabeth II.

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Quanto ci ho messo, secondo voi, a prenotare il prenotabile e a pianificare anche il numero dei respiri al minuto? Praticamente un secondo, avendo già pronto l’itinerario da circa 7/8 anni! A parer mio, in tema di viaggi non si è mai troppo preparati………

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Alla fine ne sono usciti quattro giorni FA-VO-LO-SI, ben calibrati tra gli Studios (dove abbiamo cercato di prendere residenza e ci hanno quasi dovuti cacciare via), la splendida città di Oxford, a cui abbiamo dedicato un giorno e una notte, e le Cotswolds, appunto.

Soffocando l’animo da cittadina che c’è in me, mi dedicherei a riportare brevemente qualche considerazione del tutto personale proprio su quest’ultima parte dell’itinerario, sperando di poter essere d’aiuto a chi stesse pianificando una visita della zona e condividendo qualche fotografia scattata in quei luoghi!

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Innanzitutto sento di fare due premesse:

  • potrete visitare le Cotswolds anche con i mezzi pubblici, ma credo che la libertà che dia un’auto a noleggio sia, proprio per questo tipo di itinerario, imparagonabile. La cosa bella e particolare di avere un mezzo proprio e indipendente in una zona con queste caratteristiche, è il girare perdendosi tra la campagna. Ho rivalutato l’utilizzo del termine “bighellonare” in quei due giorni;
  • i paesini sono tutti splendidi ma, a parte qualche rarissima eccezione, si equivalgono molto. Fissatevi le due/tre cose che assolutamente volete vedere e poi, con l’auto a noleggio di cui al punto precedente, PERDETEVI! Bando agli itinerari, alle liste, ai must see… Conoscere questa area significa adeguarsi anche ai pigri ritmi della natura che la ingloba. Forse per la primissima volta nella mia vita ho viaggiato veramente “slow”. Non affannatevi: non vale la pena.

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Cosa vedrete continuamente nelle Cotswolds: cottage color miele, pecore, prati verdissimi, foreste rigogliose, cavalli, colza in fiore (ad aprile e maggio) o lavanda in fiore (giugno), negozi che vendono prodotti alimentari a km 0, fattorie, sale da tè, chiesette meravigliose circondate da piccoli e antichi cimiteri suggestivi, negozi di souvenir, turisti cinesi e giapponesi in quantità industriale in totale visibilio per qualsiasi ponticello, panchetta e alberello incontrino sul loro cammino.

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Cosa non vedrete nelle Cotswolds: italiani in viaggio!

Cosa farete nelle Cotswolds: vi farete un programma di visite che butterete nel cestino dopo la prima mezza giornata; ritornerete più volte nello stesso luogo per vederlo con luci diverse a seconda del momento della giornata e della posizione del sole; inchioderete a ogni km perché il cottage appena spuntato è decisamente molto, molto, molto più bello di quello visto mezzo metro prima; disturberete delle simpatiche pecore al pascolo cercando di farle mettere in posa per una fotografia “sensazionale”; schiverete i fagiani e le loro morosine che cercheranno di suicidarsi sotto le ruote della vostra auto; vi commuoverete e rimarrete in contemplazione delle antiche tombe di altrettanto antichi cimiteri; entrerete in ogni chiesa per scoprire quasi ogni volta che sono l’esterno e il contesto in cui è stata edificata ad essere i pezzi forti; visiterete palazzi sontuosi di nobili famiglie; cenerete in gastropub scegliendo cosa mangiare direttamente dalle daily board; berrete birra e sidro locale; vi pentirete di non aver portato delle scarpe per fare un trekking leggero nelle meravigliose foreste che incontrerete; salirete su una torre costruita quasi nel nulla per ammirare il paesaggio circostante; penserete che vi piacerebbe tornare presto per un altro paio di giorni lontani dalle corse e dallo stress della vita quotidiana.

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Come già specificato, un paesino delle Cotswolds vale l’altro con giusto un paio di eccezioni costituite da Bibury, la cui Arlington Row è uno degli scorci più fotografati dell’intera nazione e che è stata definita la strada più bella di Inghilterra, e Bouton-on-the-water a cui attribuiscono il titolo di Venezia del Regno Unito per i canali che la attraversano. Mah, direi che in entrambi i casi si sta un po’ esagerando, ma contenti gli inglesi, contenti tutti! Per quanto mi riguarda, l’esperienza è stata positiva in entrambi i casi ma al primo luogo, ho decisamente preferito il secondo.

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La fila di cottage di Arlington Row è graziosa e straordinariamente idillica se vista in certi orari (prestissimo o tardissimo) mentre se si spera di trovare altro nella cittadina oltre a quel gruppo di graziose casette o ci si capita nel pieno dell’orario di visite turistiche, si potrebbe pensare che vivere in Piazza Duomo a Milano sia più rilassante. Immagino la disperazione degli abitanti del luogo che hanno perennemente un branco di selvaggi sconosciuti pronti a immortalare le abitazioni e la natura che le circonda.

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Bourton-on-the-water mi è piaciuta infinitamente di più. C’era più “ciccia”, si direbbe dalle mie parti. E’ davvero splendida grazie ai fiumiciattoli che scorrono nel tessuto urbano e su cui si affacciano dei rilassanti prati e splendide dimore. Ci sono salici piangenti ovunque e panchine dove sedersi (schivando le cacche dei piccioni che possono colpire a tradimento da un momento all’altro!) per recuperare un po’ di energie perse nell’esplorazione del luogo, ottimi pub dotati di tavoli sia al chiuso che all’aperto e un’infinità di bakery per soddisfare i palati dei più esigenti in fatto di dolci.

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In entrambi i posti ci siamo stati due volte: a Bibury per cercare di vederla senza il caos infernale dell’ora di punta in cui siamo capitati al primo colpo, a Bourton-on-the-water perchè, dopo averla scelta la sera per cenare, ci siamo ritornati l’indomani con la luce del sole per esplorarla meglio.

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A Bouton-on-the-water abbiamo cenato al The Croft dove abbiamo mangiato bene e speso il giusto con due zuppe del giorno, un hamburger classico, un fish & chips che pensavo molto più impegnativo per la digestione di quello che in realtà è stato, un sidro e una birra.

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Un luogo infinitamente strano da visitare è la Broadway Tower, in pratica una torre alta una ventina di metri circa, nel bel mezzo del nulla. La vista dalla cima, conquistabile ovviamente solo tramite le scale, è impagabile mentre l’esposizione contenuta in una delle sale dell’edificio non è nulla di che. Si dice che nelle belle giornate sia possibile vedere fino a 13 contee; io non so quante ne abbiamo viste noi, ma è stato comunque molto bello.

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Un paesino che ci ha piacevolmente colpito e stupito è stato Stow-on-the-wold dove abbiamo deciso anche di fermarci per un pranzo al piacevolissimo The Hive (favoloso il localino, il cibo e il personale). In uno dei lati della chiesa principale, la St. Edward’s Church, potrete ammirare anche la famosa porticina parzialmente nascosta da rampicanti e piante secolari che, narra la leggenda, abbia ispirato Tolkien nell’immaginare l’entrata della casa di Frodo Beggins nella Contea degli Hobbit. Sarà che non sono particolarmente appassionata del Signore degli Anelli, sarà che c’erano degli esaltati che avranno scattato un centinaio di foto a testa dalla stessa angolazione senza modificare nessuna impostazione della fotocamera facendomi venire l’ansia da “scusate, mi sposto subito!”, ma la porta a noi è sembrata solo una porta (graziosa, per carità) e non abbiamo perso troppo tempo, preferendo goderci in silenzio e solitudine il piccolo cimitero che circonda la chiesa.

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Anche Chipping Campden si è rivelata una bella scoperta. Di fatto, il paesino consiste in una via circondata da deliziosi cottage, giardinetti molto curati e qualche interessante negozietto dove ci siamo fermati per acquistare dei souvenir meno turistici (ed è un’impresa ardua visto che è più turistica questa zona che la Tower of London o il London Eye!) che lasciassero dei segni tangibili di questi quattro giorni da sogno.

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La più grande delusione del week end è stata la visita a Cirencester che ho trovato poco bella rispetto al resto della zona. Avevamo fame da morire, eravamo intirizziti per il freddo ed esausti per la visita al Blenheim Palace, ma mi aspettavo una piccola Oxford e ho trovato una cittadina più grande delle altre e molto meno curata. Potrebbe essere stato solo il frutto di un momento no, ma non credo le darei una seconda chance.

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Da gattara quale sono, una menzione speciale e un ricordo particolare nel mio cuore va al villaggio di Painswick dove abbiamo trovato, nel curato cimitero della St. Mary’s Church, una piccola e assolata lapide che ricordava Tilly, la diciottenne micia della chiesa, venuta a mancare qualche mese prima. Siamo arrivati a Painswick di domenica pomeriggio e tutti i ristoranti, i cafè e i negozi erano chiusi, eppure ci siamo commossi e sappiamo che ricorderemo questo luogo meglio di altri più famosi e frequentati.

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Per le due notti trascorse nelle Cotswolds, abbiamo soggiornato al Wychwood Inn e siamo stati benissimo. Si tratta di quella che definirei una “locanda” con ristorante e servizio di bed & breakfast, rinnovata di recente e curatissima in ogni dettaglio. La nostra stanza era meravigliosa: accogliente, pulita, comoda e silenziosissima nonostante affacciasse sulla strada che taglia in due questo piccolo paesino. La colazione è all’inglese e servita al tavolo: oltre al piccolo buffet, si può scegliere tra un paio di piatti (uno dei quali è a base di uova e salmone affumicato e quindi…. YUPPIEEEEEE!!!) ed è compresa nel prezzo del soggiorno. Non abbiamo mai cenato nel pub, ma ne abbiamo ampiamente usufruito per il dopocena per berci l’ultima birretta della giornata prima di andare a nanna.

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Che dire per concludere se non che l’attesa durata anni prima di approdare in questo territorio di dolci colline, prati in fiore e adorabili cottage, è stata ampiamente giustificata dalla bellezza del luogo e da quello che ha saputo offrirci durante la nostra visita? Non credo tornerei per dedicarci un altro week end intero, ma sicuramente, passando in zona alla scoperta di nuovi posti (Bristol e Bath, su tutti, oltre al Devon e alla Cornovaglia), mi farebbe piacere attraversare ancora quelle stradine e fermarmi qua e là per respirarne l’atmosfera unica. 

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Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

20 Comments

  1. Non sai da quanto sogno questo viaggio! Il problema è che anche il mio compagno di viaggi mi risponde: “Cots… che?” Magari potrei convincerlo aggiungendo al viaggio qualche altra tappa, tipo una visita a qualche location di Game of Thrones.
    Comunque sono stata durante un viaggio di lavoro di passaggio a Cirencester, che nemmeno a me ha fatto impazzire di gioia, e a Tetbury, che invece mi è piaciuta molto ed è molto simile ai villaggi che hai fotografato. Sembrano proprio usciti da un libro di fiabe o da una puntata dell’ispettore Barnaby. Peccato per l’affollamento di turisti che a volte si comportano proprio come un gregge di pecore indisciplinate, senza rispetto per chi in quei posti ci abita.

    1. Buongiorno Silvia. Sì, di pecore in quella zona è pieno e, purtroppo, non sempre sono gli ovini quadrupedi… quelli sono così simpatici.
      Ti dirò: per i miei gusti, quattro giorni di Cotswolds sarebbero stati forse un po’ troppi. Se avessi avuto un po’ di tempo in più, o non ci avessimo abbinato Oxford e Warner Studios, sarei arrivata volentieri a Bristol (che muoio dalla voglia di visitare) o Bath e sarei arrivata fino a Stonehenge.

      Come sempre, ti abbraccio…….
      Elena

      1. Un po’ come in Scozia, dove le pecore più fastidiose nelle Highlands sono sempre quelle “umane”.
        Eh in effetti forse quattro giorni sono troppi, e l’idea di abbinare per esempio Bristol (che ho visto di corsa in poche ore) o Bath che non conosco affatto non è niente male.
        Bacioni 😘

  2. Bellissime foto! 😍
    Anche io ho visto Bibury di mattina presto, avevo letto della carovana di gente che si riversava nella vietta e mi sono alzata all’alba. Infatti verso le 9.30/10 sono arrivati i bus turistici ed hanno scaricato una 50ina di asiatici 😆
    Io ho fatto una settimana ma ci sta considerando i tempi dei mezzi pubblici ed ho adorato Bourton on the water, al tramonto non c’è più nessuno e passeggiare per i sentieri fino ad arrivare ai piccoli villaggi nella campagna è stata la parte migliore del viaggio 🤗
    Poi sono curiosa di sapere come ti sei trovata ad Oxford 😊

    1. Grazie mille, Ilaria.
      Andare a Bibury a metà mattina o pomeriggio sarebbe stato impossibile. Ci siamo passati ed era un carnaio!!!
      Anche noi abbiamo adorato Bourton on the Water. Stupenda.
      A Oxford…… eh, la città è bellissima e ci sono un sacco di cose da vedere, peccato che non si capiva nulla di cose avremmo trovato aperto e cosa no. Gli orari di apertura/chiusura dei collage sono troppo influenzati dal calendario accademico… Un macello…
      Comunque, devo dire che mi è piaciuta. Ci tornerei, passando di lì. Non sono riuscita a visitare la Bodleian Library, quindi prima o poi…..
      Me lo chiedi perché a te non è piaciuta, o il contrario?
      Un abbraccio…

        1. Anche io ho avuto poco tempo e la mattina è stata “buttata” (ad eccezione dell’Ashmolean Museum) nel presentarci davanti a certi collage e scoprire che erano chiusi per i più disparati motivi…
          A Fede é piaciuto tantissimo. Penso che la prossima volta farò meno fatica a organizzare un altro giro in UK… Ora c’é il problema Brexit e vediamo che ne viene fuori….

  3. Anche per me un viaggio nelle Cotswolds è un pallino che ho in testa da tanto tempo, da quando anni fa lessi un libro lì ambientato. Sicuramente tornerò a rileggermi i tuoi consigli quando riuscirò ad organizzare, ma per ora mi sono beata nella lettura… e nel sogno ad occhi aperti!

    1. Vacci perché è un posto bellissimo ma, ti consiglio, combinalo con l’esplorazione di una città un po’ più sostanziosa (Oxford, Bath, Bristol). A meno che tu non vada matta per 3/4 giorni di soli cottage e campi coltivati, può risultare un pochino monotono se fai solo le Cotswolds.

  4. Anch’io vorrei tanto fare questo viaggio e con il tuo “non incontrerete italiani” mi hai ancora più convinta… Ahahahah! Scherzo. La verità è che avevo voglia di riempirmi gli occhi di bello in questa pausa pranzo così sono venuta a trovarti sul blog, sapendo che avrei sicuramente trovato foto e racconti che avrebbero fatto al caso mio. Io alle Cotswolds non sono mai stata ma le immagino davvero romanticissime, una di quelle destinazioni “d’atmosfera”. Vorrei vederle con la calma che meritano, magari in qualche struttura particolare, non so un cottage originale o un castello, per godermi a pieno l’esperienza… Chissà, chissà…😉
    Intanto buona Atene! Ciao!!!

    1. Lo sono… sono stupende e romantiche…. ma un pochino monotone, per i miei gusti… cioè…. una paio di giorni pieni (anche tre) si possono dedicare alla zona, ma includendo anche la visita ad attrazioni un po’ più grandi come, per esempio, il Blenheim Palace (FA-VO-LO-SO). I paesini sono splendidi da vedere e come base di appoggio, ma ti consiglio di mixare un po’ con altro….

      Un abbraccio,
      Elena

      PS: PS: nel frattempo, approfitto per avvisare che a causa di una migrazione di host non proprio semplice, ho perso tutte le persone che mi seguivano…. ergo, se ti interessa ancora leggermi, compila il simpatico form qua a fianco per avere le notifiche via mail dei nuovi articoli. Ne ho pubblicato uno nuovo e presto ne arriveranno altri, ma non so come fare a recuperare i vecchi follower (Orsanelcarro mi sta dando una gran mano… ma io sono troppo rimbambita!!!). Che imbarazzo!!! Non ci capisco nulla!

  5. Elena, bell’articolo su una zona che mi stuzzica parecchio! Mi piace il tuo consiglio: perdetevi! Fantastico, perchè amo perdermi tra i paesini improvvisando, senza tanti programmi. Penso sia una delle parti più belle di un viaggio!
    E il fatto di non avere italiani tra i piedi non è cosa da poco conto 😀
    Cotswolds in lista, definitively 😉

    1. Eggià…. sono ASSOLUTAMENTE da vedere……
      Anche noi adoriamo perderci qua e là…… nel frattempo, caro Pietro, ti avviso che a causa di una migrazione di host non proprio semplice, ho perso tutte le persone che mi seguivano…. ergo, siccome non so quanto tempo ancora rimarrò nel reader di WP, se ti interessa ancora leggermi, compila il simpatico form qua a fianco per avere le notifiche via mail dei nuovi articoli. Ne ho pubblicato uno nuovo e presto ne arriveranno altri, ma non so come fare a recuperare i vecchi follower (Orsanelcarro mi sta dando una gran mano… ma io sono troppo rimbambita!!!).

      Un abbraccio,
      Elena

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