Do not walk beyond this point!

Ci sono posti di cui mi piacerebbe scrivere. Ma non ci riesco.

In alcuni casi l’emozione è ancora troppo forte.

Volevo raccontare qualcos’altro della mia Tanzania ma non ho ancora finito di sistemare le foto… anzi, ad essere sincera non ho ancora finito di sceglierle. Probabilmente devo ancora fare ordine in un garbuglio di ricordi e di sensazioni contrastanti.

Non è stata la mia prima volta in Africa e non è stato neppure il mio primo safari eppure… credo che per quante cose io possa ancora fare nella vita e per quanti altri luoghi altrettanto belli io possa vedere, nulla sarà mai più come questa esperienza.

Ogni fotografia che rivedo (molte, la maggior parte per la prima volta da quando le ho scattate) è un tuffo al cuore, è il brivido, è il senso di magnificenza, è un palpito, è un sorriso, è…

Gli occhi diventano lucidi, mi giro verso mio marito e lo disturbo mentre legge… “ti ricordi questo?” gli chiedo… ‘ti ricordi di lui, di loro, di questo posto, di questo bambino, di questa distesa di erbe, di questo cielo, di queste nuvole, di questo incontro…? ti ricordi?”…

Non riesco ad andare avanti perché l’emozione è così forte che, giuro, mi fa male.

Vorrei scrivere a Stanley, il nostro autista… e a Mario, la nostra guida a Zanzibar che il giorno della nostra partenza si è presentato con un’ananas gigantesca e un sacchetto pieno di frutti della passione che sono davvero la mia passione… poi non lo faccio… mi dico che è solo perché ho promesso loro che avrei mandato gli scatti più belli ma non è questo, non voglio prendermi in giro…

Semplicemente non posso ancora scrivere loro. Non sono ancora pronta per questo e neppure per andare avanti a scrivere questo post.

Sarà questo il mal d’Africa?

Don't walk beyond this point!

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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  1. Quando vedi le cose ricordi tutto quello che hai fatto li e per questo sarà molto difficile scegliere le foto migliori . Spero che tu scelga le foto migliori e che tu faccia un bell’ articolo quando riesci a scriverlo

  2. Penso che da alcune cose bisogna distaccarsi un po’ per poterle descrivere. Oppure potresti provare lo stesso a descrivere, come ti viene. E poi rivederlo fra un po’ di tempo, quando il ricordo è un po’ più lontano nel tempo.
    Comunque penso che i sintomi del “mal d’africa” siano:
    1) indossare abiti leopardati;
    2) girare con un bongo e improvvisarsi suonatori;
    3) ascoltare canti propiziatori e simulare nel soggiorno di casa danze varie (sappi che a differenza di loro, il rischio è apparire un po’ ridicola… ma non importa)
    4) maledire il traffico milanese rimpiangendo i baobab e le iene ridens
    5) guardare depliant, riviste, guide turistiche e organizzare un nuovo viaggio in africa.
    ^^

    1. 1) lascerei stare;
      2) lascerei stare;
      3) lascerei stare;
      4) sì, questo è già meglio ma non ti credere che il traffico nelle grandi città africane sia molto meglio del nostro… ricordo il Kenya… a Mombasa ho visto scene che neanche a Napoli nelle ore di punta…
      5) mi capita almeno 3/4 volte a settimana… appena tornata erano 3/4 volte al giorno… sto migliorando… 😉

  3. Capisco benissimo. So cosa significhi soffrire di quel male meraviglioso che si chiama mal d’Africa 🙂

  4. C’è questo potere di affascinare che l’Africa ha, emerge anche solo pensandola senza esserci mai stata, quindi non vedo l’ora di leggere le tue emozioni di questo bellissimo viaggio 🙂

    1. Ci proverò… mi sono imposta di scegliere e sistemare le foto prima del New England di agosto… al ritorno avrò parecchio ‘lavoro’ e vorrei terminare per non accumulare troppo…

    1. Già! Ero già stata in Kenya per un altro safari… bellissimo… sono stata male per mesi al ritorno. Ho atteso la Tanzania per anni e quando ci sono stata è stato un botto emotivo!!! Molto più del previsto! Sì, sono fottuta!!!

  5. come ti capisco! io racchiudo le emozioni nelle fotografie e poi le riguardo, le riguardo, le riguardo all’infinito..ma come è difficile tradurle in parole! aspetto tutto il tempo necessario questo tuo post che sicuramente sarà meraviglioso.

  6. L’ Africa ti resta appiccicata addosso, è qualcosa che diventa pelle e non va più via.
    E’ un odore, un colore, è un rumore che ti solletica dentro, che ti rallegra ma ti fa star male.
    E vorresti raccontarlo a chi quell’odore non l’ha mai percepito, quel colore non l’ha mai catturato e mentre srotoli un ricordo fra mille senti il cuore che fa una capriola strana e il battito che tamburella impazzito: questa è l’Africa, un continente che non sazia mai.
    Io aspetto con impazienza di vedere gli scatti, di leggere il tuo racconto e di inebriarmi ancora.
    Un grande abbraccio 🙂
    Affy

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